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Not for ordinary people. Clessio Lab, scarpe personalizzate per chi si vuole distinguere

di Cinzia Ficco
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Michelangelo incontra il digitale. In una scarpa. Merito di Luca e Davide Paoli, di 22 e 20 anni, fratelli, creatori nel Barese di Clessio Lab, la start up che ha l’obiettivo di fondare un movimento di tutela e valorizzazione dei giovani Buonarroti italiani, bravi anche con le nuove tecnologie.

 

Laureato e oggi impegnato in un Master a Londra, il primo, diplomato con una maturità al liceo artistico e specializzato con corsi privati di shoemaking e sneakermaking, il secondo.

«Un giorno – spiega Luca – abbiamo deciso di incrociare le nostre competenze, i nostri studi continui, per andare a creare un prodotto che potesse essere sinonimo di fuori dall’ordinario, diverso e personalizzato, avendo come obiettivo finale quello di dare una nuova brezza di vita all’artigianato italiano, spesso ostacolato da una burocrazia asfissiante. Così abbiamo dato vita a una start up che prende il nome da un personaggio inventato da Davide, Clessio, che si occupa per l’appunto di customizzazione e personalizzazione di calzature, collaborando con brand del calibro di Etro e Vibram e assecondando le esigenze e i gusti dei clienti».

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Davide Paoli

Luca e Davide sono partiti da una scarpa iconica, che piace ai ragazzi e fa tendenza, come la Nike Air Force One. Facile da sminuzzare. Ma in futuro si passerà ad altri brand e soprattutto, «stiamo ipotizzando – annunciano – di creare un prodotto nostro su cui lavorare, sprigionando la nostra creatività, e studiare anche materiali sempre più ecosostenibili». A tale proposito Davide ricorda che ad essere più rispettosa dell’ambiente non è la pelle “sostenibile” di origine vegetale – realizzata tramite l’utilizzo di collanti dannosissimi per l’ecosistema – ma la pelle vera, animale, ricavata come scarto dell’industria alimentare.

L’idea dei due fratelli, che hanno iniziato investendo 50 euro e creato fino ad ora circa duemila modelli, piace.  I Paoli sono seguiti da 167mila follower su Instagram, da oltre 800mila su TikTok e 88mila su YouTube.

«È vero, c’è qualcosa di simile – fa sapere Luca – ma pochissimi fanno decostruzione e ricostruzione di calzature. In più noi organizziamo anche corsi di corsi di shoe making, spieghiamo nei nostri video e post tutte le fasi di creazione del nostro prodotto customizzato con chiarezza e semplicità. Pensiamo anche di creare una Fondazione Clessio che possa aiutare tanti ragazzi ad accedere a mestieri similari, con l’ausilio del digitale. La nostra più grande difficoltà è stata imparare a utilizzare in modo proficuo i social per poi lanciare il nostro e-commerce».

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Luca Paoli

L’incontro con il cliente avviene tramite una email o le piattaforme social.

«Gli affezionati alle nostre scarpe? Chiunque voglia distinguersi dal comune, ma anche personaggi come Fedez, Sfera Ebbasta, Salvatore Esposito di Gomorra, Daniel G. e l’attrice Micaela Tinelli».

In futuro? «Diventare – concludono – un movimento di rinnovamento artigianale e liberazione artistica, motivare giovani sfiduciati e coinvolgerli in un nuovo Rinascimento italiano all’intersezione dell’artigianalità e di un utilizzo intelligente del digital. Bello sarebbe se avessimo La Nike come sponsor. Nel frattempo andiamo avanti con il nostro progetto, step by step».

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Cinzia Ficco

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