Da un po’ di tempo i suoi sketch fanno migliaia di visualizzazioni, sebbene il suo volto risulti familiare soprattutto grazie ai ruoli sul piccolo schermo. All’età di 14 anni aveva già le idee chiare: Lorenzo Balducci voleva fare l’attore! Oggi si racconta a Business Celebrity.
Ha iniziato la sua carriera come attore drammatico, con ruoli in diversi film e numerose serie televisive. Ma una volta approdato in rete, grazie ai suoi video ironici e dissacranti, Lorenzo Balducci ha generato un pubblico di oltre 150mila follower.
Lorenzo, com’è nata la tua passione per la recitazione?
Con i laboratori teatrali a Roma, che mi hanno portato nel 2000 al cinema e in TV. Da lì ho lavorato con una certa frequenza. Sognavo di fare l’attore drammatico eppure, di recente, attraverso i social, ho capito che portare un ritratto delle ansie e delle fobie umane in chiave comica mi piace moltissimo. La vita poi è stata rocambolesca, come capita spesso agli attori, che a volte faticano a mantenere costante la frequenza del lavoro, ho imparato a fare altre cose al di là della recitazione: ho fatto per anni anche il cameriere, dal 2012 a poco prima della pandemia. Ho vissuto a Madrid, New York e Los Angeles. Ho avuto anche qualche momento di crollo, e non mi vergogno a dirlo: non mi sentivo appagato dalla consistenza dei ruoli che mi proponevano.
Quando è iniziato il tuo percorso di personal branding come attore attraverso i social?
La pandemia, che avrebbe dovuto peggiorare la situazione – ponendo condizioni ancora più limitanti nelle funzioni degli attori – in realtà è stato per me il punto dal quale ripartire. Già da una decina di anni facevo video surreali a metà tra il ballo e la recitazione, e li mettevo su YouTube. Questa è stata la mia gavetta social, ho dedicato anni alla sperimentazione. Anche le trasformazioni sono state un campo per me molto interessante da testare. Mi sono accorto che la carriera di attore non appagava il mio bisogno di creare una narrativa e di raccontarmi attraverso brevi sketch. Il primo esempio di questo tipo di narrazione è stato proprio agli inizi della pandemia con un video, che devo dire ha fatto parecchie visualizzazioni, sui balconi di Roma dove ho riformulato in versione comica un momento che era drammatico. Da lì, piano piano, tutto è nato in maniera spontanea senza una strategia di base. Ho iniziato a dare voce a questa serie di personaggi e ho coinvolto nei miei video anche amici attori.
Quale è il messaggio che mandi attraverso i tuoi sketch?
Mi interessa raccontare le nevrosi, le estremizzazioni, insomma le follie dell’uomo medio. La società nella quale viviamo è un continuo e incessante spunto per la mia creatività. Il risvolto comico dei miei personaggi è una naturale conseguenza delle estremizzazioni che metto in scena.
Come crei i tuoi video?
Mi occupo di tutto io, dalla cura dei dettagli alla recitazione. Realizzo i costumi e le scenografie, per me è come creare mini-film. Scrivo l’idea, poi la suddivido in scene, la giro e la monto. Sono molto geloso delle mie creazioni, il che non vuol dire che non mi lasci consigliare dalle persone vicine, ma seguo la mia strada.
Hai avuto esperienze negative sui social?
No, per fortuna no. Non posso parlare di esperienze negative: se c’è qualcuno che non mi apprezza e me lo comunica, lo invito gentilmente a cambiare profilo. A volte mi hanno accusato di sprecare il cibo, perché nei miei video spesso insceno delle situazioni a tavola. Nel 95 percento dei casi però quel cibo non viene mai sprecato. Si conserva, si riutilizza o semplicemente si mangia nei momenti di condivisione sul set.
Cosa è cambiato nella tua carriera da quando hai deciso di puntare sul personal branding?
Devo dire molte cose. Qualche mese fa è uscito un articolo su Fortune Italia dove venivo nominato tra gli attori comici più interessanti del momento. La mia carriera di attore infatti sta continuando la virata nel mondo della comicità. Con Mariano Lamberti e Riccardo Pechini ho fatto gli spettacoli “Allegro non troppo” e “Fake”, che parla proprio del mondo dello spettacolo. Quindi mi si è aperta un’altra finestra sul mondo comico. Questo mi ha portato a fare molti più provini per ruoli comici, e infatti parteciperò a “Un altro Ferragosto” di Paolo Virzì.
Cosa hai in mente per il futuro?
Ancora teatro per il prossimo anno e continuerò chiaramente la produzione di video, cercando di evolvermi sempre di più per raccontare, alla lente della mia personale interpretazione, universi diversi e variegati del genere umano.