Intervista a Roberta Ligossi, fondatrice di un e-commerce dedicato all’artigianato più cool d’Europa: «Nella nostra community, scardiniamo gli stereotipi e raccontiamo storie e brand personali»
Una passione comune, valori solidi e un’ottima intuizione di mercato sono gli ingredienti alla base del successo di TA-DAAN primo content e-commerce e magazine digitale, che promuove in chiave contemporanea una nuova generazione di artigiani che fa tendenza e sa come parlare di sé. Un progetto, capitanato da una squadra tutta al femminile (Roberta Ligossi, Costanza Tomba, Sara Pianori e Valeria Zanirato), capace di accompagnare i nuovi ‘creativi del fatto a mano’ nella crescita del proprio business, guardando alla sostenibilità e all’unicità dei brand con cui collaborano, provenienti ad oggi da 9 paesi in Europa.
Come nasce il progetto TA-DAAN, quali sono i pilastri su cui si basa la sua filosofia?
TA-DAAN nasce con l’obiettivo di portare online un mondo tipicamente offline, ovvero quello delle piccole botteghe artigiane. In un mondo sempre più veloce e standardizzato, la voglia di tornare a parlare di artigianato è in primis dettata dalla volontà di comunicare dei valori che sono per noi l’unicità, la sostenibilità e la consapevolezza. TA-DAAN nasce inoltre dalla passione condivisa da noi 4 socie fondatrici io, Valeria, Sara e Costanza per il fatto a mano. Non ultimo, nasce da un’ottima opportunità di mercato perché l’artigianato vive oggi una fase di rinascita e di riscoperta, specialmente da parte dei giovani che sempre di più si interessano al fare, ma anche ad acquistare prodotti artigianali, comprando in maniera più consapevole.
Come l’e-commerce ha cambiato il vostro modello di business?
TA-DAAN nasce come magazine digitale (TA-DAAN Journal), quindi come progetto di comunicazione. Il discorso della promozione e della vendita era nei nostri piani fin dall’inizio, ma coscienziosamente siamo volute partire costruendo in prima battuta una community. Abbiamo iniziato a comunicare l’artigianato in chiave contemporanea, in un tono anche un po’ dissacrante, partendo dalle piattaforme social, come Instagram, per raggiungere un target di giovani. Partire da un progetto editoriale è stato prezioso nel differenziarci dalla competizione e nel darci un vantaggio importante. A distanza di qualche anno abbiamo raggiunto un’audience di oltre 200mila persone che ci seguono, sia costruito un network di 5.000 artigiani che non abbiamo solamente mappato, ma con cui abbiamo effettivamente collaborato. L’e-commerce, ta-daan.com, che è nato da meno di un anno è sicuramente informato da questa impronta editoriale e proprio per l’attenzione che diamo a tutto ciò che è contenuto, noi lo definiamo un content-commerce.
Quali altri canali adottate per promuovere la vostra compagnia?
Instagram ha avuto un ruolo fondamentale perché ha fatto da volano. Abbiamo da subito utilizzato l’inglese come lingua e questo ha fatto sì che potessimo attrarre follower e artigiani internazionali. Poi è arrivato Pinterest perché ci siamo accorte che anche se non eravamo ancora sulla piattaforma, le persone che trattavano tematiche affini alle nostre già ‘pinnavano’ i nostri contenuti. A seguire, sono arrivati LinkedIn, YouTube e TikTok, l’altro grande passo è stato poi quello di aprire un blog tutto nostro sul quale pubblichiamo articoli.
Come selezionate gli artigiani e i brand da promuovere attraverso la vostra digital media company?
Il magazine e il network ci hanno poste nella condizione privilegiata di partire da un database di oltre 5.000 artigiani. Il team di scouting è composto da due persone, di cui una è Sara mia co-founder, e grazie ai social riceviamo moltissime auto-candidature. Facciamo inoltre un lavoro di network chiedendo ad ogni artigiano ‘on board’, di consigliarcene altri dieci.
Quali sono le strategie di comunicazione per raccontare l’artigianato nel 2023?
Potremmo sintetizzarle in uno dei nostri motti – volutamente un po’ provocatorio – ovvero ‘Geppetto is over’, che si può tradurre nello sfatare il mito dell’artigiano anziano che lavora in solitudine nella sua bottega. Da sempre cerchiamo di combinare una comunicazione fresca con un mondo popolato sempre più da giovani e da giovani artigiane cool, tatuate e decisamente distanti dallo stereotipo a cui la Disney ci ha abituato. Se si vuole puntare sull’artigianato bisogna scardinare gli stereotipi e far sì che l’artigiano torni ad essere un mestiere che deve essere d’ispirazione per i giovani. Raccontiamo gli artigiani in prima linea, con i loro volti e le loro personalità.
Cosa pensi del personal branding applicato al vostro settore artigianato? E quali consigli dareste?
È importante mettere al centro l’artigiano come persona, si deve privilegiare il racconto che un piccolo produttore può fare della propria attività. Siamo molto positive verso questa nuova generazione di artigiani, che potremmo definire ‘creativepreneur’, che sono proprio quelli che vediamo sui social e che sono pronti a uscire dalla propria zona di comfort, quella della produzione, provando anche a comunicarsi, vendersi e raccontarsi.
Al vostro interno avete progetti e iniziative per la sostenibilità e la Responsabilità Sociale?
TA-DAAN ha una grande ambizione che è quella di avere un impatto sociale duplice, da un lato promuovendo gli artigiani e supportando i piccoli business, dall’altro cercando di trasmettere ai giovani un nuovo modo di consumare, spingendoli a comprare meno ma meglio e a fare un lavoro di ‘manutenzione’ su quello che hanno acquistato. Stiamo mettendo in atto un piano per monitorare la crescita dei nostri artigiani per supportarli al meglio nella crescita del loro business. Abbiamo inoltre realizzato una campagna di crowdfunding a cui, accanto ad investitori istituzionali come Azimut, hanno partecipato anche alcuni dei nostri artigiani. Averli con noi come soci a tutti gli effetti di TA-DAAN è motivo in più di allineamento rispetto all’ambizione di continuare a far crescere ed evolvere l’artigianato per il futuro.