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Steve McDonald: quando il personal branding diventa arte

di Irene Cocco
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Con un mix di tecnica classica e tecnologia, l’illustratore canadese ha saputo trasformare la propria passione in un brand globale

 

Steve McDonald è un artista poliedrico, associato dell’Ontario College of Art and Design, tra le più prestigiose scuole del Canada per quanto riguarda la formazione artistica. La sua passione per l’arte nasce fin da giovane, con un interesse particolare per il disegno e l’architettura. Attraverso un’osservazione minuziosa dei dettagli del mondo che lo circondava, McDonald ha sviluppato un linguaggio visivo unico, in grado di tradurre la complessità della realtà in opere affascinanti.

Con una solida formazione classica, ha iniziato il suo percorso artistico utilizzando strumenti tradizionali. Per molti anni si è dedicato alla pittura paesaggistica e al disegno architettonico, per poi spingersi oltre, esplorando l’arte digitale e, più recentemente, gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Questo viaggio creativo lo ha portato a realizzare opere che combinano magistralmente la tradizione e l’innovazione.

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Oggi, Steve McDonald è conosciuto a livello internazionale per il suo contributo al mondo dell’illustrazione, soprattutto attraverso i suoi libri da colorare, che hanno riscosso un enorme successo tra il pubblico. Tra i suoi lavori più noti, spicca il libro “Fantastic Cities“, un’ode alla complessità dell’architettura urbana, che ha catturato l’immaginazione di migliaia di appassionati in tutto il mondo. La sua carriera lo ha poi visto collaborare con importanti realtà come Amazon e Architectural Digest, oltre a essere autore di libri e stampe che combinano estetica e tecnica. Oggi, McDonald continua a dedicarsi ai suoi progetti personali, alternando la creazione di opere artistiche, la pubblicazione di libri e l’insegnamento, condividendo con altri la sua visione unica e il suo amore per l’arte. Per McDonald, l’arte è un viaggio continuo, un processo di scoperta e sperimentazione che non conosce limiti. La sua capacità di fondere tradizione e tecnologia lo ha reso una figura di riferimento nel panorama artistico contemporaneo, confermandolo come un artigiano dell’immagine che non smette mai di reinventarsi.

Lei si presenta come un artista vecchia scuola che usa strumenti nuovi. Ci racconta come è iniziata la tua storia? 

Fin da quando riesco a ricordare, ho sempre saputo di voler fare questo: creare e manipolare immagini, dare forma alle idee e trasformarle in qualcosa che potesse parlare agli altri. È sempre stata una passione che andava oltre il semplice atto di disegnare o dipingere; per me, si trattava di costruire ponti tra l’immaginazione e la realtà, di dare vita a ciò che esisteva solo nella mia mente. La gioia che provo nel creare qualcosa che possa emozionare, ispirare o semplicemente catturare l’attenzione degli altri mi ha sempre convinto che questo non fosse solo un passatempo, ma il lavoro della mia vita. Ho scelto un percorso che abbracciava le radici tradizionali dell’arte, esplorando la pittura, il disegno e la tecnica classica. Allo stesso tempo, però, sono stato attratto dalla possibilità di combinare la precisione tecnica con l’immaginazione più sfrenata. Questo mi ha portato a esplorare nuovi linguaggi e strumenti, come il disegno architettonico, l’illustrazione digitale e, più recentemente, le tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale. Per me, queste non rappresentano solo strumenti, ma estensioni naturali del mio processo creativo, modi per ampliare i confini di ciò che posso realizzare.

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Come è proseguito il suo viaggio artistico?

Il mio viaggio è stato segnato da una continua evoluzione. Sono passato dalla pittura tradizionale alla creazione di libri illustrati, fino ad abbracciare completamente il mondo digitale, che ha aperto orizzonti infiniti alla mia immaginazione. Ogni fase del mio percorso ha portato nuove sfide e opportunità, ma soprattutto, mi ha permesso di scoprire nuovi modi di comunicare con il pubblico. Credo fermamente che l’arte debba adattarsi ai tempi, mantenendo però intatta la sua capacità di emozionare e sorprendere. Alla base di tutto c’è sempre stata una cosa: il desiderio di creare qualcosa che non solo fosse bello, ma che avesse un significato, che risuonasse con le persone. Che fosse un paesaggio dipinto, un’illustrazione intricata o un’opera realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, il mio obiettivo è sempre stato quello di raccontare una storia, di portare chi guarda il mio lavoro in un viaggio che li lasci con qualcosa di più, che sia una nuova prospettiva o un momento di pura meraviglia.

Quali sono state le sfide più grandi che ha affrontato per arrivare dov’è ora?

Una delle sfide più grandi è stata la transizione tra i media e l’adattamento alle tecnologie emergenti. Il passaggio dai colori a olio e dalle matite all’arte digitale e la successiva integrazione dell’intelligenza artificiale sono stati accompagnati dallo scetticismo dei colleghi e dalla resistenza del settore. Bilanciare l’innovazione con le tecniche tradizionali mantenendo l’integrità artistica è stata una sfida costante, ma piacevole.

Qual è il suo mezzo artistico preferito?

Pur continuando ad apprezzare la bellezza e il fascino tattile degli strumenti tradizionali, oggi il mio medium preferito è senza dubbio rappresentato dalle illustrazioni digitali, arricchite dall’uso di strumenti di intelligenza artificiale. Questa combinazione mi permette di lavorare in modo espansivo e iterativo, fondendo la precisione del controllo tecnico con l’imprevedibilità creativa. Il risultato è un processo che spalanca porte verso possibilità infinite, aprendo un nuovo capitolo nel mondo dell’illustrazione. È un vero e proprio paradigma rivoluzionario, un terreno inesplorato che stimola costantemente la mia immaginazione. Non avrei mai pensato di vivere in un’epoca in cui strumenti così avanzati potessero esistere, trasformando ogni idea in un’opportunità di scoperta e innovazione. È un momento straordinario per creare, dove la tecnologia non sostituisce l’artista ma diventa una compagna nel viaggio creativo.

Come utilizza i social media?

I social media sono per me sia un portfolio che un luogo di conversazione. Condivido il mio lavoro per entrare in contatto con un pubblico globale, innescare un dialogo sulla creatività e demistificare l’uso dell’intelligenza artificiale nell’arte. È anche un modo per insegnare, ispirare e collaborare con gli altri. La connessione è importante. I social media possono essere una connessione estremamente valida al giorno d’oggi.

Quale messaggio intende trasmettere con la sua arte?

Attraverso la mia arte, cerco di evocare un senso profondo di meraviglia e di esplorazione. Voglio che chi osserva i miei lavori abbia la sensazione di varcare la soglia di mondi alternativi, luoghi dove l’immaginazione domina e le possibilità si moltiplicano all’infinito. Ogni opera è un invito a lasciarsi trasportare, a scoprire nuovi orizzonti creativi e a interrogarsi su ciò che è possibile. Allo stesso tempo, la mia arte è una celebrazione dell’incontro tra tradizione e innovazione. È lì, in quel punto di contatto tra passato e futuro, che trovo la mia ispirazione più autentica: un dialogo continuo tra tecniche consolidate e le infinite opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

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Quale consiglio darebbe una persona giovane che vuole seguire le sue orme?

Sii curioso, sempre. Non temere il cambiamento, ma accoglilo come parte essenziale del tuo percorso creativo. Esplora con coraggio, sperimentando tanto con strumenti tradizionali quanto con quelli più innovativi. Non smettere mai di apprendere: ogni tecnica, ogni errore è un tassello che arricchisce la tua visione.

Costruisci solide basi sui fondamentali dell’arte, ma non permettere che le regole imbriglino la tua creatività. Le regole sono punti di partenza, non confini. E, soprattutto, rimani fedele alla tua visione. La tua autenticità sarà sempre la tua più grande forza, quella che risuonerà negli altri e renderà il tuo lavoro unico.

Qual è il suo punto di vista personale sull’IA in relazione alla creazione di immagini?

 L’intelligenza artificiale (AI) è uno strumento, non un sostituto della creatività. È simile a un pennello avanzato o a una macchina fotografica sofisticata: amplifica ciò che siamo in grado di creare come artisti, senza mai togliere il valore della visione umana. La considero un partner collaborativo, una forza che mi spinge a pensare fuori dagli schemi e a esplorare nuovi confini del possibile. Gli artisti non dovrebbero temere il cambiamento; al contrario, dovrebbero abbracciarlo con entusiasmo, vedendolo come un’opportunità per evolvere e ampliare il proprio linguaggio espressivo.

Cosa vorrebbe trasmettere ai suoi studenti?

Insegno perché credo profondamente nel potere trasformativo dell’arte e nella sua capacità di ispirare, connettere e aprire nuove prospettive. Voglio condividere non solo le tecniche, ma anche la gioia e la soddisfazione che nascono dal processo creativo. Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti, dove le nuove tecnologie stanno ridefinendo il concetto stesso di espressione artistica. x copy

Il mio obiettivo è aiutare gli studenti a sviluppare una mentalità aperta e curiosa, ad accogliere l’innovazione con entusiasmo, senza però mai perdere di vista l’importanza dell’autenticità e della visione personale. Voglio che comprendano che l’arte è un viaggio, un percorso fatto di sperimentazione, adattamento e coraggio, dove tradizione e innovazione possono coesistere per dare vita a qualcosa di davvero unico.

Cosa direbbe al sé stesso bambino se potesse tornare indietro nel tempo?

Direi di seguire il proprio istinto senza esitazioni, lasciandosi guidare dalla curiosità e dal coraggio di affrontare l’ignoto. Ogni passo, anche il più incerto, potrebbe rivelarsi l’inizio di un’opportunità straordinaria. La passione per l’arte aprirà orizzonti che ora sembrano solo sogni lontani. Continua a creare, a immaginare, a lasciarti ispirare dal mondo intorno a te. Abbraccia il cambiamento, accetta l’incertezza e vivi ogni momento con la mente e il cuore spalancati verso nuove possibilità.

 

Irene Cocco

*Opere di Steve McDonald

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