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Il coraggio di parlare di sé? Uno stato che si può coltivare

di Maurizio Papa
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Non si può negare. Parlare degli altri è spesso più semplice che presentare se stessi. Nell’ambito del mio lavoro di coach mi trovo spesso a fare la fatidica domanda:

 

Quali sono i punti di forza che ti riconosci?

 

A questo punto accade di tutto… Persone che diventano rosse, premesse interminabili per giustificare le belle parole che usciranno dalla bocca, magari con una mimica facciale e gestualità che tenderanno a banalizzare ogni qualità espressa.

Fino ad arrivare eventualmente alla frase «Non lo so… Non sono io che devo dire questo, è il mio capo a doversi esprimere».

È questo dunque lo spaccato medio dello sviluppo della nostra capacità di consapevolezza. Di quanto sappiamo leggere in modo oggettivo i nostri risultati e relative capacità che fanno parte della nostra persona.

Ma “da cosa è fatta” la capacità di consapevolezza del valore che portiamo e del modo in cui riusciamo a ottenerlo?

Queste capacità sono ingredienti chiave del lavoro fatto su noi stessi dal personal branding e dal metodo di Stand Out.

Vediamo insieme come iniziare a prepararci. La consapevolezza passa fondamentalmente da questi ingredienti:

A – L’oggettiva capacità di misurare i RISULTATI che portiamo in termini di valore e vantaggio verso i destinatari del nostro lavoro. Dobbiamo poterci dire dentro di noi: «Grazie a ciò che ho fatto, adesso questa persona o organizzazione è in grado di fare questa cosa, che posso misurare in questo modo».

B – Oltre al risultato è necessario focalizzare il METODO con il quale siamo riusciti a generare il risultato. Ovvero attraverso quali:

  • Competenze
  • Esperienze
  • Metodi
  • Approcci

È chiaro che, rendendo oggettiva la situazione, diventa più facile associare la nostra persona a quel risultato.

C – Raccogliere FEEDBACK OGGETTIVI ESTERNI A NOI, sul risultato generato e sull’esperienza che abbiamo fatto vivere all’altra persona durante il nostro lavoro. Questo è un elemento molto importante perché dentro di noi abbiamo comunque bisogno di un riferimento che ci possa dare la percezione esterna di cosa abbiamo fatto di positivo e di come quella persona lo ha vissuto.

 D – La RIPETIZIONE NEL TEMPO: la nostra percezione esterna ha inoltre bisogno che l’accaduto non si concentri esclusivamente su un evento, ma sulla continuità. Quindi dobbiamo creare un sistema di feedback costante che sarà orientato sia a ottenere un contributo rivolto a noi e sia a creare un’opportunità di miglioramento per il cliente stesso.

Attenzione, quando uso la parola Cliente mi riferisco ai clienti esterni e interni, ovvero tutti coloro che riceveranno il valore di quanto fatto da noi.

E – La creazione di un modello di PERFORMANCE. Questo aiuta anche le persone più introverse a generare un approccio schematico a supporto dei buoni risultati ottenuti. Esempio:

  1. Mi sono reso conto di aver ottenuto risultati positivi
  2. Questi risultati dipendono dalla capacità di empatia nei confronti dell’altra persona e dalla capacità di analizzare precisamente la sua situazione
  3. Dunque svilupperò nel tempo un’ampia conoscenza del prodotto X che rappresenta una risposta perfetta a quel problema
  4. In tutto ciò riconosco anche un valore importante nel supporto degli uffici XX e YY

Il fatto di “appoggiare” un Risultato – non solo a beneficio della nostra persona, ma anche verso un modello da noi utilizzato – rende le cose più semplici.

Man mano che questo modello cresce, si espande inglobando sempre più informazioni. E ci metterà nelle condizioni di associare alla nostra Identità il valore che portiamo e che gli altri ci riconoscono.

Questo si tradurrà nella capacità e nella spontaneità di riuscire a raccontare:

PERCHÉ facciamo quella certa COSA e con QUALI Risultati.

In tutto ciò c’è una ulteriore buona notizia!

La consapevolezza che riusciremo a sviluppare con questo schema ci permetterà anche di gestire al meglio i feedback negativi che ci arriveranno, come è giusto che sia.

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Photo: Anthony Shkraba (Pexels)

E ti dirò di più: saranno proprio questi feedback negativi a farti diventare più forte, a permetterti di affilare ancor di più le tue capacità e a farti percepire il merito dei risultati che porti, grazie alla strada che hai percorso per arrivarci.

Presentare se stessi con il Personal Branding?

Ricordiamoci che questa è una scienza, un metodo che ci permette di raccontare noi stessi al mondo, di comunicare le nostre capacità e soprattutto di che livello sia il valore che portiamo.

Saperci quindi raccontare diventa una capacità essenziale per diffondere nel mondo il nostro Valore. Ricordandoci che, in tutto questo, saperci raccontare non è l’obiettivo, ma il veicolo che ci porterà a prendere il posto che meritiamo nella mente di tante persone. Di quelle che ci conoscono e di quelle che verranno. E che magari ci stanno aspettando.

 

Maurizio Papa

Photo Cover: iStock.com/fizkes

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