Grazie alla mia professione e alla grande quantità di squadre manageriali che incontro, mi rendo sempre più conto di quanto sia fondamentale riuscire a soddisfare almeno in parte, il più frequentemente possibile, i bisogni fondamentali dell’essere umano.
Riuscire a far vivere sicurezza ai clienti, ai collaboratori e al Team Leader significa calmare gli stati d’animo, fare in modo che le persone possano ritrovare la parte bella e utile di loro stessi, delle loro competenze, esperienze e identità. Ricordarci al meglio chi siamo, cosa sappiamo fare, facendoci sentire al sicuro all’interno del nostro team, aiuta la performance di qualsiasi collaboratore.
Dall’altra parte la varietà è un altro elemento chiave, il sale della vita, che si traduce in un percorso di carriera, nella crescita di responsabilità e di incarichi, in un complimento inaspettato da parte del Team Leader. La scoperta di qualcosa di nuovo.
L’importanza permette di poter vivere la soddisfazione dei risultati raggiunti, di sentirci associati al ruolo che rappresentiamo, anche attraverso la reputazione del nostro approccio al lavoro. La soddisfazione di sentirci ascoltati quando in riunione diciamo qualcosa che lascia il segno e che gli altri seguiranno.
La condivisione è un altro bisogno essenziale, che viene soddisfatto attraverso le riunioni, i one to one, i social e tutti i modi possibili. Lo scopo è quello di amplificare aspetti positivi di situazioni vissute, per esaltare il valore, non tanto a livello di racconto ma a livello sensoriale dentro di noi. Stessa cosa per i problemi e risultati negativi: poter condividere con qualcuno aiuta ad elaborare, riduce il peso della questione da affrontare. Permette il confronto, l’apprendimento attraverso le storie degli altri. Fa crescere. E fa nascere il senso di appartenenza alla squadra, all’azienda, desiderio di qualsiasi Imprenditore evoluto.
La meraviglia accade quando, soddisfatti i quattro bisogni di cui sopra, la persona si sposta verso i bisogni supremi, quelli di maggior valore.
La crescita personale. A un certo momento scatta un click nella nostra testa e abbiamo bisogno di sapere di più, di fare meglio, di capire di più di noi e degli altri. Un risveglio interiore e della nostra mente che sente il bisogno di espandersi, di dare significati diversi alle solite cose quotidiane.
E quando questo si manifesta, si realizza il secondo bisogno supremo: il contributo al mondo. Contribuito al mondo corrisponde praticamente alla nostra Mission personale e professionale. Riassume la nostra “intenzione di fondo”. Non è un obiettivo. È un’indole… orientata a far accadere qualcosa.
Dopo più di 30 anni di professione e di consulenze all’interno delle Aziende, posso garantire che quando il Team Leader, attraverso i suoi Valori e il suo modello comportamentale, riesce a far vivere e soddisfare questi bisogni base all’interno all’azienda, il clima aziendale decolla, le persone sono più motivate e attaccate all’azienda stessa, hanno voglia di crescere e di emergere.
Persino il mondo esterno dei clienti se ne accorge. Si sentono seguiti, compresi, si trovano bene in quel clima. Fidelizzano. Questo aspetto contribuisce alla “cultura aziendale”.
Bene, negli ultimi 3 anni, ho scoperto come esperienza personale, che anche il “personal branding” contribuisce a fare chiarezza dentro di noi e attraverso la sua costruzione giorno per giorno, permettendo di soddisfare i bisogni che abbiamo appena visto.
Come? È semplice.
Iniziamo dalla Varietà: all’inizio, fare un’attività di questo tipo, porta sicuramente molto fuori dalla zona di comfort. In parole povere, “strizza”, spaventa, ci fa sentire a disagio da una parte, mentre dall’altra ci galvanizza, alla ricerca di noi stessi, di cose da raccontare, cercando di capire di più di noi e di arrivare al mondo che ci circonda.
Importanza: il Personal Branding è una grande scuola che ci allontana dalla credenza “chi si loda si imbroda”. Non perché ci si debba vantare di qualcosa ma … per che non possiamo raccontare qualcosa della quale non siamo consapevoli. Mi ricordo le raffiche di domande che Gianluca Lo Stimolo mi ha fatto, ripetutamente, per far emergere in superficie qualcosa che lui da fuori vedeva, ma che io facevo fatica a comprendere. È incredibile come un percorso di Personal Branding sia una potente ricerca su di te, dei tuoi significati e del tuo valore. Che giorno dopo giorno si concretizza sempre di più nella tua mente, poi nelle azioni, poi nei risultati.
Inutile negare, che questi passaggi con il tempo, soddisfano il bisogno di “sicurezza”. Chi sono, di cosa mi occupo, quali risultati porto, nei confronti di chi. Come un puzzle che con il tempo svela il suo contenuto.
Tutto questo, attraverso lo strumento della “condivisione” per eccellenza. Il web. Con tutta la curiosità del caso, quali reazioni susciteranno i miei contenuti, riusciranno ad arrivare al cuore delle persone… o solo alla testa?
Il pubblico poi ci dà dei feedback, ci svela delle verità che sono sempre state li, ma erano nascoste. E quando arrivano, è una tempesta meravigliosa e perfetta. Anche perché – come dice Gianluca – attraverso il Personal Branding non si può raccontare ciò che non si è. Magari puoi raccontare cose poco attinenti alla realtà. Ma il centro della questione è far “arrivare il cuore della persona”, non solo ciò che fa.
Per te che stai leggendo questo articolo, se stai già facendo un percorso di Personal Branding goditelo ancora di più.
Se invece sei nella fase dove ti stai chiedendo se è il caso di farlo… Ti posso solo dire: ci sono tante sorprese positive che ti aspettano dietro l’angolo. La vita ha più fantasia di noi.
Photo cover: Andrea Piacquadio / Pexels