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«Con PecuniAmi aiuto le donne a tradurre il linguaggio delle banche in termini semplici»

di Sara Tamburini
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Smonta ogni tabù sui soldi, trasforma dubbi e paure in consapevolezza. Intervista ad Ami Fall, l’unica consulente (con 35mila follower) a parlare di finanza su Instagram a un pubblico femminile. Ha scritto due libri di consapevolezza finanziaria, uno per adulti e uno per bambini. «Il personal branding? Associare il mio volto è stato necessario al 200 per cento: quando si parla di soldi, la persona a cui li affidi conta moltissimo. Purtroppo il classico consulente finanziario, volendo piacere a tutti, continua a comunicare in modo razionale e scientifico. E invece differenziarsi in modo creativo fa la differenza».

Classe ’79, nata a Gavardo in provincia di Brescia, ma cittadina del mondo, Amimata Gabriella Fall («Ma Ami va bene!», mi dice subito) sbarca su Instagram nel 2019 con la sua pagina PecuniAmi per parlare di donne e soldi. Da ragazzina era allergica ai numeri, tanto che ha scelto prima il liceo classico e poi la facoltà di Giurisprudenza. Poi però, ironia della sorte, ha trovato lavoro in banca e ci è rimasta diversi anni. «Probabilmente il mio modo di spiegare funziona proprio perché io per prima, che non avevo una formazione economica o finanziaria, tante cose me le sono dovute spiegare per capirle».

Quindi come hai iniziato?

Nel 2018 ho fatto il punto della situazione e mi detta: «Io so fare solo la bancaria». E il bancario, nell’immaginario collettivo, è quella figura un po’ fantozziana, triste e non mi ci rivedevo. Un giorno sono andata a un evento di empowerment femminile e ho incontrato donne che facevano attività bellissime, creative, che io ovviamente non sono in grado di fare perché non è nel mio estro: quindi al momento delle presentazioni, quasi a bassa voce, dicevo «Io lavoro in banca». In realtà dopo un po’ mi sono accorta che le stesse ragazze con cui avevo chiacchierato, prendevano confidenza e mi chiedevano informazioni, mi raccontavano le difficoltà, dei loro finanziamenti, eccetera.

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Tornando a casa ho ripensato che alcune questioni – che per me erano banalissime – ad altre donne creavano grosse difficoltà. Mi sono allora chiesta «Forse posso fare divulgazione? Posso spiegare come funzionano questi meccanismi?». Mi sono risposta di sì, ho lavorato sul mio progetto duramente e circa un anno dopo ho aperto la mia pagina Instagram: sono tornata a quello stesso evento a raccontarmi. Nel giro di poco ho iniziato ad avere qualche follower e nel frattempo è arrivata la pandemia, periodo in cui il tema economico era parecchio all’ordine del giorno: non mancavano preoccupazioni, dubbi, domande. Quindi ho iniziato a spaziare un po’, ho allargato il raggio ad altri temi, non solo l’accesso al credito ma anche il risparmio.

Quell’evento mi ha fatto capire che volevo rivolgermi a un pubblico femminile anche perché durante la carriera in banca ho visto pochissime donne chiedere finanziamenti per la loro attività. Lavoravo in provincia di Brescia, quindi una zona produttiva, ma dalle statistiche di quegli anni era emerso che le donne, che spesso lavorano nell’ambito servizi, vengono ritenute meno affidabili, e di conseguenza non vengono finanziate.

Hai fatto qualche studio o analisi prima di lanciarti?

Sì, prima di mettermi online ho verificato se ci fosse già qualcuno che trattasse l’argomento allo stesso modo e di fatto all’epoca non c’era nessuno. Infatti la sensazione che avevo notato soprattutto nelle prime follower era quella del sollievo: «Finalmente qualcuno che parla di questi temi». Al momento sono ancora l’unica a parlare di finanza alle donne, ci sono altri canali ma più ibridi e generalisti. Invece il mio focus è proprio femminile, perché ce n’è bisogno.

Lavori ancora in banca o non più?

A luglio 2022, in piena gravidanza, mi sono licenziata, dopo 21 anni di carriera. Ho fatto l’esame per diventare consulente, mi sembrava importante essere abilitata, e poi davanti al bivio ho scelto di lavorare per una società di investimenti che mi garantiva la totale libertà.

E il tuo obiettivo qual è?

Fare consulenza anche a chi ha soltanto 50 euro al mese da investire. Di solito, purtroppo, le donne hanno meno soldi proprio perché siamo pagate di meno: spesso abbiamo carriere discontinue a causa della maternità e del lavoro di cura, incombenze a titolo gratuito che incidono parecchio sulle nostre carriere. Ho cercato una soluzione che mi desse totale libertà, così da poter mantenere le consulenze gratuite e far avvicinare a questo mondo anche chi in attualmente di soldi ne ha pochi.

Che rapporto hai con i social ora che è diventato un lavoro a tempo pieno?

Direi che non è cambiato: la pagina mi serve per fare divulgazione gratuita, non la uso per fare pubblicità ma per esprimermi. È una situazione win win: più io spiego le cose, più le persone che poi verranno in consulenza con me saranno preparate e più sarà bello lavorarci. Poi nel frattempo è arrivata mia figlia, quindi magari la newsletter al posto del 30 del mese arriva il 2 del mese successivo perché le priorità sono un po’ cambiate (sorride, nrd).

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So che hai scritto anche due libri.

Sì, il primo libro è uscito nel 2021 ed è un manuale di consapevolezza finanziaria, si tratta proprio di divulgazione base, perché si danno per scontati tantissimi concetti: salvo poi, quando cresci, spesso non sai più a chi chiedere e ti vergogni. Quindi “Signore, è ora di contare” mette in ordine tutti i concetti di base di cui le persone non parlano perché si vergognano: come calcolare il budget, fare i conti di casa, che banca scegliere, la gestione dei soldi nella coppia. Tutto con un linguaggio semplice, proprio per accompagnare nel percorso anche chi proprio parte da zero. E invece nel 2022 è uscito “Il viaggio della signora Moneta” che è un libro per bambini illustrato. Una mia amica d’infanzia, Sandy Aime, fa l’artista e ha realizzato le illustrazioni: ho voluto raccontare ai bambini come funziona il denaro. Da dove nasce, come si crea e che giri fa, quando viene speso. Spiego ai più piccoli le basi sperando che la prossima generazione sia più preparata.

Cosa pensi del personal branding applicato al tuo settore?

Il problema della comunicazione finanziaria è che continua a essere di nicchia: si rivolge agli uomini di mezza età, che è il target che domina questo settore. Nel mio caso, creare cioè una comunicazione diretta, è stato forse anche più “facile” rispetto ad altri settori, perché di fatto non avevo competitor.

Quanto è stato importante associare il tuo volto proprio al servizio?

Penso sia stato necessario al 200% perché quando si parla di soldi – anche se andiamo verso un mondo automatizzato che guarda all’intelligenza artificiale – la persona a cui li affidi conta moltissimo. Perché l’ultimo miglio, quando si parla di soldi, lo fa la fiducia, cioè la firma, la fai se ti fidi, perché non è la tua materia, come andare dal dottore: prendi le medicine perché un professionista di cui ti fidi ti ha detto di farlo.

Secondo te i professionisti italiani oggi sanno fare personal branding?

No, in linea di massima, no. Il finanziario puro vuole piacere a tutti e così facendo resta fermo, continuando a fare la comunicazione di sempre, razionale, molto scientifica. Invece devi essere creativo per fare personal branding, secondo me è questo il salto più difficile; non importa se sei giovane o vecchio, uomo o donna: serve creatività per emergere.

Da dove prendi le idee per i tuoi post?

Di solito da qualcosa che mi colpisce, o da qualche domanda che mi viene fatta o qualche notizia che mi fa pensare che «questo argomento va spiegato meglio». A volte più che approfondire, la difficoltà sta proprio nel trovare la chiave giusta, cercare di renderla divertente, spiegarla con termini che magari esulano dal mondo finanziario, in modo tale che chi non ne sa niente la capisca e soprattutto chi è sempre un po’ restio o diffidente, riesca comunque a ritrovarsi. Quindi magari per parlarti di investimenti, finisco a parlarti dell’orto! (ride, ndr)

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Ti definisci “l’amica che lavora in banca”. Un consiglio finanziario dall’amica che lavora in banca?

Ne darò due: non c’è una regola che vale per tutti e non si diventa ricchi dall’oggi al domani. Ovvero, meglio stare lontani da chi offre la ricetta pronta e soprattutto guardarsi dentro quando si devono prendere delle decisioni che riguardano i soldi. I tassi che salgono e scendono scatenano in noi diverse emozioni. Per cui prima ancora di fare ragionamenti razionali, bisogna ascoltare sé stessi, perché a volte sforzarsi non vale la pena: se siamo persone che non sono in grado di reggere un rischio elevato, non vale la pena di restare svegli la notte per questo motivo. Meglio gestire situazioni dove si è a proprio agio, perché dietro c’è studio, intuizione, ma c’è anche il tenere duro quando le cose non vanno bene.

Invece un consiglio a una giovane donna che vuole puntare sui social?

Innanzitutto non è facile: chi ha molti follower non è lì per caso o per fortuna, ci vuole molta costanza. Poi bisogna studiare, tenersi aggiornati: ogni tanto anch’io vedo che qualcosa non torna e chiedo una consulenza a chi ne sa più di me. La chiave resta, come per ogni lavoro, divertirsi. Ci sono professioni che puoi fare anche se non ti piacciono, ma senz’altro non questa.

 

Sara Tamburini

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