In settori estremamente tecnici e ingegneristici, le imprese iniziano a comprendere il valore di una comunicazione che coinvolga le persone. Mattia Moruzzi, giovane ma con le idee ben chiare, è una delle colonne nonché volto pubblico di Techcab, azienda che si occupa di automazione industriale con sede a Casale di Mezzani, in provincia di Parma. Mattia e il padre Giuseppe hanno deciso di puntare sui giovani (età media dell’azienda: 26 anni) e sulla formazione, coinvolgendo le scuole e collaborando con altre aziende, per continuare a crescere e migliorare in un settore altamente competitivo.
Mattia, Techab è un’azienda attiva nel settore dell’automazione industriale. Di cosa vi occupate nello specifico? Come è nata la vostra impresa?
Techcab nasce nel 2011 come azienda di produzione di Selene Engineering (società di progettazione e sviluppo). Dopo qualche anno assume anche le attività di Selene e si approccia al mercato del mondo dell’automazione. A seguito dell’entrata di Techcab nel gruppo Righi Elettroservizi, l’azienda si è cimentata in attività e mercati specifici, ad esempio certificazione UL per il mercato americano, ambienti classificati ATEX, Robotica, addestramento di reti neurali, sviluppando nuovo know-how rispetto agli albori. In linea generale la nostra organizzazione si ramifica in diversi servizi come la progettazione software e hardware, la realizzazione di quadri elettrici con relative attività di installazione, collaudo e assistenza: di fatto, copriamo tutti gli aspetti relativi all’automazione industriale a 360 gradi.
Ultimamente avete sviluppato il progetto Cobotechc. Cos’è?
Cobotechc è un sistema di controllo accessi robotizzato in grado di rilevare la temperatura corporea, riconoscere se l’operatore indossa i dispositivi di protezione individuali ed effettuare un riconoscimento 3D del volto abbinando i tratti somatici all’identità personale. Cobotechc è stato sviluppato per farci conoscere non solo come system integrator di automazione, ma anche come sviluppatori di sistemi di visione, robotica e reti neurali. Cobotechc nasce con lo scopo di supportare il sistema di controllo aziendale in seguito alle normative anti Covid-19. Il progetto nasce grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Le prospettive future sono quelle di implementare tutti i sistemi di controllo per tutelare il lavoratore nel miglior modo possibile.
Sei molto attivo anche nella formazione e in progetti territoriali portati avanti con altre aziende. Quanto sono importanti per voi queste attività?
Techcab è un’azienda con un’età media molto bassa (26 anni). Per poter stare sul mercato in maniera tecnicamente competitiva è necessario investire pesantemente sulla formazione interna. Il modello Techcab consiste nell’effettuare formazione teorica affiancata a esperienze sul campo con la supervisione di tecnici senior. Puntare sui giovani è il risultato di politiche di assunzioni che hanno l’obiettivo di formare e integrare in organico tecnici junior, sviluppare progetti con istituti tecnici, università ed enti di formazione. Automation farm è un progetto di cui Techcab è capofila e grazie al quale – insieme ad altre aziende del territorio e brand importanti del settore – eroghiamo formazione per i docenti e gli alunni di tutti gli istituti tecnici di Parma. Avvicinare le aziende al mondo dell’istruzione è importante: solo così si riduce la distanza tra scuola e tessuto industriale. Ringrazio Franco Bercella, presidente dell’omonima azienda, che mi ha fornito spunti molto interessanti per lo sviluppo di Automation Farm.
L’amministratore delegato dell’azienda è tuo padre Giuseppe, ma tu sei un po’ il volto pubblico di Techcab. Su quali mezzi di comunicazione state puntando e quali pensi di sviluppare in futuro?
Giuseppe è un imprenditore di assoluta esperienza nel settore. Io lo supporto in tutto quello che riguarda gli aspetti di produzione e management aziendale. Attualmente stiamo cercando di comunicare la nostra eccellenza, utilizzando i mezzi oggi a disposizione per creare engagement con i giovani. La nostra identità d’impresa permane anche grazie ai rapporti sviluppati nel tempo con clienti e fornitori: per un’azienda piccola come la nostra è indispensabile coltivare la comunicazione e i legami duraturi nel tempo.
Da qualche mese avete incrementato l’attività sui social, realizzando anche alcune interviste video. Quanto è importante per un imprenditore metterci la faccia?
Abbiamo deciso di “metterci a nudo” con interviste ai nostri colleghi più giovani per spiegare il percorso di formazione che svolgiamo con i nuovi arrivati. Essere trasparenti e mostrare gli aspetti più umani e personali della nostra organizzazione permette a tutti di capire più in profondità come si vive in Techcab. Per un imprenditore, un manager o un dirigente, essere presente in prima persona e metterci la faccia in tutti gli aspetti dell’attività aziendale è fondamentale. Un imprenditore è spesso solo nel prendere decisioni e qualche volta capita che non si facciano scelte corrette: ma credere sempre in prima persona in quello che si fa trasmette affidabilità e sicurezza. Penso che senza queste prerogative non ci si possa definire imprenditori.
L’automazione è un settore ampio e in evoluzione continua. Come ti tieni aggiornato sulle novità? C’è qualche imprenditore, del tuo settore e non, a cui ti ispiri o che segui con particolare interesse?
Essere sempre sul pezzo vuol dire ascoltare sempre tutti: tecnici, commerciali, sviluppatori e tantissime altre figure. Spesso la prima intenzione è quella di rimandare e di dire “poi lo farò” perché siamo sempre sommersi dalle attività ordinarie, e così si rischia di arrivare troppo tardi. Personalmente passo la giornata dalle 5 del mattino alle 20 della sera al lavoro per cercare di non perdere mai nulla di quello che mi ero prefissato di fare, e spesso nemmeno così ci riesco… La precedenza, sia per me che per i nostri responsabili tecnici, va alla conoscenza delle innovazioni tecnologiche del mercato: questo processo è il cuore di un’azienda che vuole continuare a innovare. In zona sono molti gli imprenditori capaci che nel nostro settore hanno fatto cose importanti. Penso a Michele Caselli di ER sistemi, ad Ombretta Sarassi di Opem (purtroppo una delle poche donne che nel nostro settore occupa una posizione manageriale), Raffaele Pezzoli di Raytech, Giacomo Magri di Acmi… Ce ne sarebbero veramente tanti altri. Allargando i confini, penso che nel nostro settore Mauro Righi (titolare di Righi Elettroservizi, realtà con cui siamo soci) negli anni abbia costruito un’azienda solida e molto organizzata: potermi raffrontare con lui è per me una possibilità di crescita professionale molto importante. L’imprenditore però che ammiro di più, e da cui ho appreso tutto quello che so, è mio padre: mi ha insegnato la cultura del lavoro, del sacrificio, del mettere sempre al primo posto l’azienda. Questi sono valori che nessun percorso di studi e nessun corso di formazione potrà mai trasmetterti.