Una laurea in Fisioterapia ottenuta con lode, un bisogno viscerale di scrivere e di raccontare, e una passione per i viaggi che si trasforma in lavoro. Era l’inizio del 2013, quando Manuela Vitulli, classe 1991, decide di aprire il suo blog Pensieri in Viaggio, e raccontare il suo viaggio post laurea negli Stati Uniti. Oggi Manuela lavora con i più importanti brand nazionali e internazionali di turismo (e non solo), ha partecipato come speaker al TedX, ha condotto un programma per MTV ed è stata inserita da Forbes tra le travel blogger più influenti d’Italia.

Da quel 2013 ha fatto molta strada, in tutti i sensi, visto che ha girato il mondo. Come è nata l’idea di “Pensieri in viaggio”?
Quando studiavo all’università, non mi piaceva fino in fondo quello che facevo. Ma siccome sono una persona testarda ho portato a termine il percorso addirittura con lode. Dopo la laurea in fisioterapia, però, ho iniziato a chiedermi cosa volessi fare davvero nella mia vita. Ho sempre viaggiato, ma all’epoca non potevo immaginare che il mio viaggiare sarebbe diventato un lavoro. Anche perché dieci anni fa le influencer erano pochissime e le più famose si occupavano per lo più di moda o make-up. Diciamo che ho iniziato in maniera ingenua, senza aspettarmi nulla in cambio. Poi qualcosa è cambiato.
Le prime collaborazioni sono arrivate quasi subito, però…
A fine 2013 ho cominciato a ottenere le prime piccole collaborazioni. Ciò che mi ha permesso di crescere è stato il fatto che, pur nell’ingenuità, ho sempre fatto tutto seriamente e con grande impegno. Ho curato ogni dettaglio, ogni parola, ogni scatto. Quando ho cominciato a capire l’importanza di quello che stavo facendo ho realizzato che si stava trasformando in un vero e proprio lavoro.
Come viene visto il suo lavoro?
All’inizio neppure i brand erano preparati a questo nuovo modo di comunicare. Oggi, invece, le cose sono cambiate anche se molte persone sono convinte che chi fa l’influencer scatti una foto con un prodotto o per un’azienda e guadagna. Non è così. Dietro uno scatto c’è un lavoro, uno studio, una preparazione. Quando c’è una collaborazione con un’azienda, poi, i contenuti devono essere approvati. A volte bisogna anche rifarli se non vanno bene. Insomma non è solo e sempre divertimento.
Cos’è per lei il personal branding?
In realtà non ho mai lavorato nello specifico in questa direzione se non attraverso i miei canali social e il blog. Tutto quello che scrivo e in generale i miei contenuti sono realizzati da me. All’inizio era completamente da sola, oggi mi faccio aiutare da un paio di collaboratori, sia nella gestione delle proposte che arrivano, sia durante alcuni viaggi. Per il resto non ho mai avuto un ufficio stampa o qualcuno che mi aiutasse con il mio personal brand perché non è mai stato necessario.
Può vantare, però, molte presenze importanti in tv e sui giornali…
Quando mi intervistano o mi chiamano per partecipare agli eventi, per me è sempre motivo di grande orgoglio. Ad esempio, la partecipazione al TEDx a Barletta è stata una delle esperienze più coinvolgenti della mia vita. Ma sono stata anche presentatrice per MTV, ho rappresentato l’Italia durante un evento internazionale di blogger e influencer di tutto il mondo, ho ricevuto molti premi. Quello che mi rende fiera è che non mi sono mai proposta io. Mi hanno sempre cercata gli altri, a conferma del fatto che la mia professionalità e i miei contenuti vengono apprezzati.
Come si prepara quando deve partecipare a questi eventi?
Di solito non mi preparo mai, sono molto spontanea e mi viene naturale parlare di fronte a una telecamera o a un pubblico. Quando sono stata al TEDx, invece, ho avuto un coach messo a disposizione dagli organizzatori, con cui ho preparato tutto lo speech. Mi ha spiegato come dovevo parlare, quando dovevo fare le pause… è stato davvero molto interessante.
E il libro sulla Thailandia?
“Storia di un profondo amore” (edito da Goware) è uscito nel 2016 e racconta tutto quello che c’è da vedere in uno dei miei luoghi del cuore in assoluto: la Thailandia. Ci sono stata tante volte e ho tanti amici lì. È una terra in cui mi piacerebbe tornare, ma che oggi racconterei con uno sguardo molto diverso. Magari lo farò in un prossimo libro…
Oggi com’è cambiato il suo lavoro, con tutte le limitazioni che ci sono in tema di viaggi?
Il mio lavoro è completamente cambiato. Molti viaggi che avevo in programma di fare sono stati annullati. Prima ero costantemente con la valigia pronta, oggi devo pianificare, considerare tamponi, quarantene, regole che prima non c’erano. Ma il Covid mi ha dato anche due grandi opportunità: raccontare la mia terra, la Puglia, e aiutare le persone a non avere paura di viaggiare.
Partiamo dalla prima.
Dopo il lockdown, quando si è tornati a viaggiare lentamente, la gente ha riscoperto l’Italia o la sua regione. Questo per me è stato un punto di ripartenza, perché sono diventata un riferimento nel racconto della mia regione, la Puglia, che nel frattempo è diventata una delle mete turistiche più importanti al mondo. Ho capito che, nonostante abbia viaggiato per il mondo, è la mia terra il posto che sento di conoscere davvero nel profondo. Oggi le persone mi scrivono, mi chiedono consigli di viaggi, si fidano di me nella pianificazione dei loro itinerari e per me è davvero una grande soddisfazione.
Come aiuta le persone a non avere paura di viaggiare?
Nel rispetto delle regole, ho sempre cercato di spiegare che si può viaggiare, facendo attenzione. Spesso si fa fatica a farlo capire e soprattutto ogni parola, ogni frase va pesata. In questo momento così delicato, tutto quello che si dice in tema di pandemia è una grande responsabilità. Se impariamo a informarci nel modo corretto, viaggiare non solo è possibile, ma dopo quasi due anni così difficili, è ancora più bello.