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Cosa c’entrano i Maneskin con l’autenticità e il personal branding?

di Gianluca Berardi
Maneskin-Damiano

Spesso mi capita di confrontarmi con persone che vorrebbero intraprendere un percorso di personal branding, ma sono molto combattuti perché si sentono profondamente a disagio con l’idea essere completamente esposti.

Solitamente il pensiero sottostante è la paura di essere percepiti dall’esterno come impostori e spesso il motivo principale è sentire che non ci sia autenticità in questo tipo di processo.

L’idea di pianificare una strategia di posizionamento a volte viene vissuta

come una costruzione artificiale del proprio sé lavorativo.

Come se chiunque – comunicando in prima persona le proprie conoscenze o abilità, promuovendo direttamente o indirettamente se stesso, i propri servizi o prodotti – fosse automaticamente e necessariamente un millantatore.

Con questo non intendo in nessun modo dire che non ci siano furbetti che hanno il preciso scopo di raggirarci, mostrandosi per quello che non sono. Ma oggi con l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione è molto più difficile riuscire a sostenere la parte nel tempo, senza una vera e propria competenza rilevante.

I Maneskin e l’accusa infondata

Prendo in analisi un tema di grande attualità, che pochi giorni fa è diventato un caso politico, sociale, etico e chi più ne ha più ne metta. Parlo dei “Maneskin” e del suo frontman Damiano.

Tralasciando tutto l’aspetto strumentale di soggetti terzi alla vicenda, mi piace esaminarlo dal punto di vista del personal brand. Esattamente cos’è successo?

Il protagonista della vicenda, Damiano, è stato accusato di aver utilizzato sostanze stupefacenti nella diretta televisiva Eurovision Song Contest 2021, subito dopo aver appreso la vittoria del suo gruppo nella competizione europea.

Tutto è nato da un video in cui Damiano è stato ripreso mentre, chinandosi sul tavolino, riproduceva un gesto noto alle cronache: quello di chi assume sostanze psicotrope. Guardando quei pochi secondi di video effettivamente i margini di dubbio si riducono e non di poco.

I 4 elementi per costruire la credibilità

Ok, fermiamoci per un secondo. La prima domanda che potremmo farci è:

«Quali sono gli elementi di base che costruiscono la credibilità?»

Possiamo riassumerli in quattro punti:

  1. Integrità e Coerenza
  2. Intento (inteso come mission, il perché fai le cose)
  3. Competenze
  4. Risultati

Alla luce di questi elementi, è molto più semplice comprendere il motivo per cui questo gesto ha rischiato di passare per autentico. Perché esprime in maniera eloquente lo slogan che per anni ha contraddistinto questo stile musicale: Sesso, Droga e Rock n Roll!

Questo slogan porta con sé una promessa al mercato, latente ma molto potente. Una promessa che ha ispirato molte persone ad adeguarsi a uno stile di vita sregolato, sempre al limite, influenzando intere generazioni fino ai giorni nostri.

Oltretutto l’immagine è evidente, proprio li sotto gli occhi di tutti: cos’altro c’è da dire? Parla da sola!

Occhio alle “bufale” che danneggiano il brand

Peccato però che l’occhio può essere ingannato, tanto più nell’epoca in cui viviamo, quella in cui siamo pervasi dalle fake news. Come dicevo, proprio perché oggi abbiamo molti più strumenti di accesso alle informazioni, diventa più difficile verificarne la veridicità.

In questo i social la fanno da padrone. E i media più tradizionali, come la stampa e la tv, hanno finito per inseguire quelle stesse dinamiche, divulgando informazioni che in realtà definiamo “bufale”.

A questo punto gli elementi della storia iniziano a esserci tutti. Cantante rock che assume droghe in diretta tv, un perfetto cliché che ha portato presto al grido allo scandalo! E dunque non ci è voluto molto per appioppare al nostro Damiano l’etichetta di drogato, con tutte le conseguenze etiche, morali ed economiche che questa etichetta porta con sé.

Economiche… E ora che c’entra l’aspetto economico?

C’entra eccome. Perché se i Maneskin fossero stati figli degli anni ’70, il gesto del suo frontman sarebbe stato totalmente allineato alla promessa di mercato del settore in cui operava. Peccato però che oggi le cose siano un po’ diverse…

Il Rock è cambiato, e con esso il suo brand

Potremmo dire che, come in un re-branding, il Rock ha cambiato la sua scala di valori. Per citare Stefano Pancari, fondatore del magazine Rock’n Safe (recentemente intervistato per Business Celebrity), non c’è nulla di Rock nel mettere a repentaglio la propria vita!

E tutto questo sia Damiano che i Maneskin, come vedremo in seguito, lo sanno molto bene.

maneskin-business-celebrity

L’aspetto economico ha sempre a che vedere con quanto siamo in grado di mantenere la credibilità – che è strettamente collegata alla nostra promessa al mercato – con il nostro pubblico privilegiato, coloro a cui ci rivolgiamo. I quali decideranno se acquistare o meno i nostri prodotti e servizi (in questo caso, la loro musica).

Senza entrare troppo nello specifico, possiamo dire che principalmente il loro pubblico privilegiato o target diretto siano da un lato i ragazzi che seguono i talent e dall’altro persone di fasce d’età differenti. Basta vedere i commenti positivi arrivati da Vasco Rossi, Manuel Agnelli, Morgan, Piero Pelù e altri di generazione non proprio green.

L’influenza sul target diretto e indiretto

Restando sul target diretto, essendo composto da ragazzi molto giovani, come spesso accade (almeno si spera) le loro preferenze e le loro scelte di acquisto vengono monitorate dai genitori. Si tratta del cosiddetto target indiretto, che come sappiamo ha una fortissima influenza delle decisioni d’acquisto. Diventa così più evidente il motivo di impatto sul loro business.

Immaginiamo per un istante che il cantante preferito della boy-band di nostro figlio quindicenne, sotto gli occhi di tutti, assuma sostante stupefacenti e venga quindi etichettato dal mondo dei media come “drogato”: quanta probabilità avrà nostro figlio di acquistare CD, andare al loro concerto (non dico ascoltare la loro musica, perché per quello ci sono molti modi) o seguire liberamente i propri idoli?

Tornando alla nostra storia, appena la notizia inizia a essere fuori controllo e strumentalizzata per motivi che nulla hanno a che fare con il business dei Maneskin, Damiano saggiamente decide di sottoporsi al test per dimostrare che non aveva assunto alcuna droga. Da lì in poi la notizia diventa storia…

In questo modo – mandando un messaggio potentissimo al suo target – il leader del gruppo è andato a soddisfare pienamente i quattro punti su cui si fonda la propria credibilità.

E se capitasse anche a te?

Intendo: se qualcuno ti attaccasse pubblicamente, saresti in grado di sostenere la tua credibilità?

  • Sei cosciente della promessa latente al mercato che nel tempo ha creato il settore in cui eserciti il tuo business?
  • È coerente con la tua?
  • Hai chiaro qual è la tua promessa al mercato, il tuo pubblico privilegiato, da chi può essere influenzato e qual è la etichetta?

Immagino di sì. Ma se così non fosse, ti consiglio di porre al più presto la tua attenzione su questo tema. Altrimenti potrebbe capitarti di dover agire per difendere la tua reputazione, facendo cose che potrebbero creare tensioni a 360 gradi.

Certo, quando sei sereno e consapevole come di fatto lo era Damiano, non c’è nulla di particolare da temere. Perché al di là di qualche mal di pancia (quando si è sotto i riflettori, capita di ricevere accuse infondate), alla fine ne uscirai solo che più forte!

 

Gianluca Berardi

Photo cover: PEK

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