Si chiama Cristina Fogazzi, è l’estetista più famosa d’Italia e ora è anche una Barbie. Ecco perché l’Estetista Cinica è un brand personale vincente.
Chi l’avrebbe mai immaginato che Barbie, la bambola più famosa del mondo, assumesse le sembianze di un’estetista di Brescia? Non una qualunque, però, bensì Cristina Fogazzi, meglio nota come l’Estetista Cinica, ambasciatrice della body positivity, che sul suo brand personale ha costruito mattone dopo mattone una brillante avventura imprenditoriale nel settore beauty.
Barbie Estetista Cinica ispira le imprenditrici di domani
Con la linea Role Model Barbie omaggia una serie di personalità femminili che, in un modo o nell’altro, sono di esempio per le future generazioni. Dopo l’artista Frida Kahlo, la calciatrice della Juventus Sara Gama, l’astronauta Anna Kikina e altre fuoriclasse, per la Festa della Donna 2021 è stato il turno proprio di Cristina Fogazzi. Descritta come “tenace e innovativa”, l’imprenditrice è una felice eccezione in un’Italia in cui tuttora appena il 22% delle aziende è guidato da una donna. A distinguerla anche la scelta di portare nel settore beauty un approccio ironico e positivo: prendersi cura di sé significa anche accettare le proprie imperfezioni e, meglio ancora, scherzarci su.
“Il mio desiderio di oggi è che davvero tutte possiamo essere sempre esattamente quello che vogliamo, libere dal ruolo in cui spesso ci hanno messo nostro malgrado”: con queste parole, affidate a un post Instagram, l’Estetista Cinica commenta il debutto del suo alter ego in formato Barbie. “La libertà è qualcosa che si conquista insieme e se un’estetista che diventa la bambola più famosa del mondo è un pezzetto di strada verso la libertà io sono felice ed onorata di essere quell’estetista (con brufolo). Grazie a Barbie per la scelta coraggiosa, grazie per aver scommesso su di me”.
Un esempio da manuale di personal branding
Se ne parliamo in queste pagine è perché Cristina Fogazzi non è “solo” un’imprenditrice, né “solo” un’influencer: è anche un esempio da manuale di una strategia personal branding vincente. A cominciare dalla sua etichetta professionale, Estetista Cinica appunto, che comunica in modo cristallino cosa ci si deve aspettare da lei: un’estetista, certo, che però non ha nessuna paura di dire le cose come stanno. Anche invitando le clienti a mettersi a dieta, invece di riporre tutte le loro speranze nella cremina miracolosa. E, soprattutto, ad accettare con serenità il fatto che ogni corpo è diverso dall’altro e la perfezione esiste soltanto nelle copertine manipolate con Photoshop.
Un posizionamento del genere non è da tutti. Per poterlo sostenere serve una solida base di competenze, e Fogazzi ne ha da vendere. Le sue seguaci (o meglio, fagiane) della prima ora ricorderanno che a consacrarla è stato prima un blog e poi un libro, Guida cinica alla cellulite, in cui condivide “un po’ di fisiologia, qualche lezione teorica, un test di autodiagnosi e le tante agognate soluzioni (esistono, evviva, esistono!)”. Alle giornaliste in erba che la intervistano per conto di Barbie chiedendole come si dà vita a un’impresa, risponde (non a caso): “Studiate e preparatevi perché la competenza non si inventa ma si impara”.
Certo, di brave estetiste in Italia ne esistono a bizzeffe, e magari ce n’è anche qualcuna più brava di lei; ma – e qui entra in gioco l’ultimo fondamentale tassello – le competenze vanno anche comunicate con uno stile distintivo. Anche qui si può dire che la Cinica abbia fatto i compiti, a partire dal look – contraddistinto dall’inconfondibile caschetto – passando per una gestione integrata di sito e social media che, anche a uno sguardo superficiale, spiccano per l’onnipresente fucsia e il tone of voice scanzonato.
I numeri di un successo imprenditoriale
Non è detto che a tutti piaccia uno stile così ironico e sopra le righe, talvolta anche polemico. Ma senza dubbio ha un suo pubblico, visto che più di 800mila persone seguono quotidianamente l’Estetista Cinica su Instagram, tra un tutorial sulla pulizia del viso, un’invettiva a sfondo politico e una passeggiata col cane Otto.
Anche se finora abbiamo parlato di lei al singolare, però, Cristina Fogazzi è al centro di un ecosistema imprenditoriale. Da un lato c’è il centro estetico di Milano, dall’altro lato c’è un brand – Veralab – che sviluppa e distribuisce prodotti per il viso e il corpo. Ed è qui che le cifre si fanno interessanti. Tutto è cominciato da un e-commerce che nel 2017 si attestava su un fatturato medio mensile di 150mila euro, per un totale di 36mila prodotti venduti. Mentre gli ordini si moltiplicavano, è stato affiancato dal flagship store di Milano (proprio in questi giorni apre quello di Roma) e dai corner alla Rinascente, nei punti vendita Pinalli e Naïma e nelle farmacie. Vola il giro d’affari, passato – si legge su Pambianco – dai 22 milioni di euro di ricavi del 2019 ai 55 milioni del 2020. Il Pink Friday 2020, da solo, si è chiuso con oltre 120mila ordini in 14 giorni, per un totale di oltre 9,9 milioni di euro.
Se c’è qualcuno che teme che investire sul proprio brand personale porti tanta visibilità e poca sostanza, questi numeri danno una risposta.