In 40 anni di attività ristorativa le esperienze affrontate sono state numerose. Ma la grinta della famiglia Campaza, in particolare del figlio Gilles nel mettersi in gioco, sembra ancora insaziabile.
Un ristorante? Mai. La Campaza è nata proprio così, da questa spontanea affermazione di Pierangela Patrignani – per tutti “Signora Piera” – che, con la freschezza della sua giovane età e in dolce attesa, nel 1982, aveva le idee molto chiare: con il marito Fausto far sorgere nel “campaz” (nome che nel dialetto romagnolo sta ad indicare un terreno incolto della campagna) un chiosco di piadine romagnole e di cocomeri per i lavoratori e i turisti di passaggio, che affollavano la statale Adriatica in direzione delle mete balneari della riviera. Così un servizio semplice e familiare, pietanze gustose e tradizionali, hanno saputo conquistare una clientela sempre più numerosa, che amava sostare sulle rive del lago o all’ombra del fresco parco dalle grandi betulle, vicino al piccolo borgo di Fosso Ghiaia, in provincia di Ravenna.
Per Piera e la sua famiglia i clienti erano ospiti di casa e, proprio per questo, i loro desideri dovevano essere sempre soddisfatti. Richiesta dopo richiesta, proprio questi clienti hanno trasformato quell’area di ristoro in un vero e proprio ristorante. Dalla pizza al taglio a quella in piatto, da pochi primi romagnoli alla grigliata di carne, fino ad un’offerta sempre più variegata e completa che ha fatto del pesce l’elemento principe del nuovo menù. Se la proposta gastronomica si arricchiva giorno dopo giorno, la struttura non poteva rimanere quella di un chiosco di passaggio. Così, tra il 1991 e il 1992, è stato costruito, sempre in quel campaz, il ristorante che vediamo oggi, La Campaza Nuova, con sale distinte e ambienti adatti ad accogliere anche matrimoni e grandi eventi. In 40 anni (proprio quest’anno) di attività ristorativa le esperienze affrontate sono state davvero numerose.
Se si ascolta Piera che racconta la sua storia, non passano inosservati i suoi occhi nostalgici per un passato romantico, ma, allo tesso tempo, dal suo sguardo traspare una forte fiducia nell’avvenire di quest’impresa che, benché nata da un – no, un ristorante, mai –, oggi è molto più che un ristorante.
Signora Piera cosa rende oggi La Campaza Nuova uno dei ristoranti più conosciuti in Romagna?
Abbiamo sempre amato il nostro lavoro, svolto con passione, dedizione e sacrificio. Ed è per questo che cerchiamo sempre di farlo al meglio. Ciò che ci contraddistingue è la ricerca della qualità in tutti i suoi aspetti: dalle attrezzature utilizzate, ai metodi di lavorazione, fino all’eccellenza della materia prima. Non ci basta parlare di qualità. Vogliamo mostrarla e credo che il riconoscimento ottenuto in tutti questi anni dai nostri clienti sia dovuto a questo. Cerchiamo sempre di soddisfare le loro richieste, per fargli vivere a tavola piacevoli momenti con tanto buon cibo e un’atmosfera rilassata.
Ci parli della vostra cucina. Quali sono i piatti forti?
La ricerca costante di un prodotto di qualità è la peculiarità che contraddistingue le nostre cucine e il lavoro dei nostri collaboratori. Un principio cardine guida la nostra attività di selezione: utilizzare materie prime del nostro territorio, affidandoci a produttori diretti di fiducia, in modo da garantire al nostro ospite proposte di assoluta freschezza.
Abbiamo una nostra postazione fissa presso il mercato del pesce di Cesenatico e manteniamo contatti diretti con i pescatori della nostra Riviera che ci riforniscono delle specialità del Mare Adriatico, come la Cozza di Cervia, che giungono al ristorante più volte la settimana. Il menù della Campaza è abbastanza ricco, fatto di piatti di pesce, dagli antipasti ai secondi, e piatti unici come il nostro famigerato spaghetto allo scoglio. E poi ancora piatti di carne sia della tradizione che rivisitati. Tra i primi, mi piace ricordare il nostro “cappelletto al contrario”, che stravolge un po’ quello tradizionale, perché viceversa ha il ripieno di carne e il formaggio all’esterno come condimento. La pizzeria con la nostra ‘stirata’ servita a terzi e le tradizionali pizze classiche curate da Umberto il nostro pizzaiolo. Dall’altra parte, poi, la nostra pasticceria affidata alle sapienti mani di Oksana, pasticcera professionista, che è in grado di amalgamare tradizione e innovazione al fine di creare un delizioso composto dall’equilibrio perfetto.
La sua esperienza e creatività le permettono di realizzare al meglio anche la tradizionale chiusura di ogni grande evento: la torta cerimoniale. A più piani e ricca di decorazioni, di qualsiasi gusto, forma e dimensione, il gran finale sarà sempre coronato con la presentazione di una creazione artigianale, curata da Oksana in ogni minimo dettaglio. E poi ancora cioccolatini, mignon, piccola pasticceria, senza dimenticare le colombe, le uova di Pasqua e i dolci della tradizione natalizia. Per riportare una citazione di Oksana: «Il bello del fare pasticceria è la possibilità di ideare e realizzare, con la conoscenza tecnica necessaria, dessert sempre nuovi, di cui non esiste ancora una ricetta, con l’obiettivo di regalare un sorriso di stupore a chi lo riceve al tavolo».
Come vivete la gestione dell’azienda in famiglia?
Molto bene. La Campaza Nuova è la nostra famiglia. Io e mio marito l’abbiamo creata e ci lavoriamo tuttora, mio figlio Gilles è invece colui che ha lanciato l’attività, con grinta e mettendosi sempre in gioco, pronto a cimentarsi in nuove sfide. Da quasi dieci anni Gilles e la sua compagna Anna, hanno fondato Excelsius Catering, il servizio catering del Gruppo La Campaza.
Com’è organizzato il ristorante?
Nel nostro ristorante lavorano in tutto 60 dipendenti e può ospitare più di 1.500 persone in contemporanea, se consideriamo sia la parte esterna con la terrazza sul “Lago dei Sogni” sia la parte interna con le nostre cinque sale (Sala Camino, Sala delle Rose, Sala del Cigno, Saletta e Sala del Portico). Gli ambienti sono quindi vari e diversi, con arredamenti personalizzati e con un patrimonio naturale di rara bellezza, grazie al Lago e al parco circostante. Tutti elementi che rendono La Campaza una cornice esclusiva in cui trascorrere un pranzo in compagnia o una cena romantica.
In che modo curate la comunicazione aziendale? Avete un team che se ne occupa?
Diciamo che ancora oggi il passaparola resta il fulcro della comunicazione e della promozione del nostro brand. In famiglia ci occupiamo di alimentare le pubbliche relazioni per diffondere “il mondo Campaza”. Utilizziamo anche i social – Facebook, Instagram e LinkedIn – ma tramite questi canali è più difficile comunicare fino in fondo tutto quello che c’è dietro ad un’azienda come questa. Abbiamo anche un addetto stampa che cura i rapporti con i giornali locali per la promozione delle nostre iniziative.