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Nel brand personale di Ida Paradiso, il food marketing è la competenza distintiva

di Valentina Tafuri
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In libreria con il libro “Food Marketing 2.0 – Vendere il Made in Italy nell’era digitale“, Ida Paradiso tratta il suo posizionamento strategico esattamente come se fosse un cliente terzo. «Se non hai una tua caratterizzazione di personaggio, non ce la fai».

Consulente di Food Marketing per prodotti tipici del made in Italy, Ida Paradiso è una professionista che usa tutti gli strumenti del marketing anche per il suo, personalissimo, piano di comunicazione. Il suo lavoro consiste nell’aiutare produttori eno-gastronomici ma anche agriturismi e ristoranti a comprendere il valore e i plus del proprio prodotto, a valorizzarlo e a venderlo «perché non c’è una strategia per tutti, ma per tutti c’è una strategia», ama dire.

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In libreria con il volume dal titolo Food Marketing 2.0 – Vendere il Made in Italy nell’era digitale, per la Paradiso il marketing compenetra ogni aspetto della sua vita professionale ma come promuove i suoi servizi una libera professionista come Lei? «Sono lieta di avere la possibilità di parlare di me come professionista. Sto trattando il mio posizionamento strategico esattamente come se fossi un cliente terzo. Intrattengo conversazioni assurde con me stessa – racconta sorridendo – ma da un po’ di tempo ho delegato qualcuno che si occupi dei social per me perché non posso seguire tutto. Insieme facciamo il piano editoriale, stabiliamo una serie di cose. La mia comunicazione è frutto di una strategia di branding. Anche dal punto di vista della comunicazione visiva, sono sempre vestita di nero, con un certo tipo di outfit. Quello dei miei capelli è un colore ben preciso. Mantengo il mio animo metal ma solo in alcuni accessori, come gli anelli! Se sono riuscita ad avere riconoscibilità è perché sto applicando a Ida Paradiso tutti gli strumenti e le strategie che applicherei per un normale piano di marketing».

In cosa ha identificato la sua “promessa competitiva”?

In una competenza molto profonda di marketing legato al cibo, una competenza specifica verticale del prodotto tipico e tradizionale italiano – e anche di alcuni esteri – unita alla conoscenza approfondita del funzionamento dell’agricoltura, dal seme alla tavola. Credo che non si possa aiutare un’azienda se non ci si sporca le scarpe o le mani: per questo mi caratterizzo per un taglio sempre molto pratico e operativo in quello che faccio. Dipende se fai il consulente di marketing per te o per l’azienda… Se avessi voluto fare la marketer per me stessa, non avrei scelto questo settore, fatto di tante piccole imprese e ristoranti. Mi muove una grande passione altruistica. I miei clienti da me non avranno mai “le 10 regole definitive per…”. Niente fuffa. Dal punto di vista del tone of voice, è serio ma non serioso, con un po’ di ironia e di empatia, quando è possibile. Fa parte della mia personalità e devo mantenere questa coerenza. Questa è anche la mia forza su Facebook e su LinkedIn.

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Ida Paradiso e il professor Philip Kotler

Quanto è stato ed è importante “metterci la faccia” per la sua professione?

È molto importante anche se non amo stare sotto i riflettori. Faccio questo lavoro da 15 anni e fino a circa un anno e mezzo fa lo facevo senza fare il personaggio. A un certo punto però ho fatto un’analisi e mi sono resa conto che, effettivamente, avevo un vantaggio competitivo e che quindi era arrivato il momento di comparire: altrimenti, vista l’attuale dinamica dei social, avrei bruciato tante possibilità. Se non hai una tua caratterizzazione di personaggio, non ce la fai. Inoltre, se avessi continuato a concentrarmi solo sul lavoro, non avrei saltato il livello. Per questo ho creato uno staff e stiamo lavorando per rafforzare il mio personal brand.

Per dirla con espressione cara agli esperti di marketing, quale strumento ha dato il miglior ROI (Return On Investment)?

Facebook è lo strumento social che mi sta dando maggiori soddisfazioni, probabilmente perché ho targetizzato in maniera precisa i miei amici in funzione del mio posizionamento, così come ho fatto su LinkedIn. Sto avendo grandi soddisfazioni anche dallo stato di WhatsApp, usato come una storia di Instagram. Mi ha dato grandi opportunità di riallacciare contatti, specie tra quelli che non hanno una grande frequentazione degli altri social network.

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Che consiglio darebbe a chi deve muovere i primi passi in una professione e deve crearsi una reputazione?

Innanzitutto deve esserci un contenuto. Chi fa il copia-incolla ha vita breve. La notorietà è effimera e le mode passano sempre più velocemente. Devi avere contenuto e devi continuare ad averlo, nel tempo. Poi devi essere onesto con te stesso in primis. Usa gli strumenti e le conoscenze che hai, ma i contenuti devono essere obiettivamente validi per gli altri. Il terzo elemento è essere consapevoli che qualunque cosa richiede lavoro duro, matto e disperatissimo. Chi vuole emergere deve avere una capacità di lavoro e concentrazione costante e profonda per ragionare, modificare, assestare, migliorare.

 

Valentina Tafuri

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