Formazione ed esperienza per allenare le soft skills e creare spirito di squadra: sono gli ingredienti della people strategy di questa professionista della gestione del personale.
Appartenente a una famiglia di imprenditori della grande distribuzione organizzata (GDO), Giusy Affatato ha portato lo spirito imprenditoriale nella gestione del personale, tanto da essere diventata una professionista che offre le proprie competenze in outsourcing. Consapevole che lo spirito di squadra è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di business, ha fatto del suo modello di gestione del personale un tratto distintivo del proprio personal branding.
Come ha iniziato a fare la direttrice del personale in outsourcing?
Inizialmente ho affiancato mio fratello in un progetto imprenditoriale per l’apertura di nuovi supermercati di una catena della grande distribuzione nazionale. Ho così sviluppato un modello che consentisse di raggiungere i nostri obiettivi puntando molto sul coinvolgimento delle persone. Sin da subito, ho capito di aver bisogno che le persone si sentissero coinvolte, che fossero nostre alleate in questa “impresa”. Ho iniziato con un team di 7 persone, che poi sono raddoppiate, poi triplicate e oggi sono 170! Definito quel modello, ho pensato che fosse giusto metterlo a disposizione di altri imprenditori, che possono fruirne in outsourcing, senza appesantire la propria organizzazione con i costi fissi di un direttore del personale “a busta paga”.
Il suo è un posizionamento particolare: che cosa caratterizza il profilo personale e professionale?
Le esperienze e le competenze fatte sul campo insieme alla conoscenza delle esigenze di chi ha l’impresa. Oltre ad ascoltare quelle dei dipendenti per creare un team affiatato e collaborativo, quello che mi distingue particolarmente è il sostegno che riesco a dare a chi fa impresa, capendone i bisogni. Il fatto di propormi in outsourcing fa già parte di questa mia “vicinanza” a chi deve assumere perché comprendo l’importanza di avere in azienda una figura come quella del direttore del personale ma capisco anche che è un costo che non tutti possono sostenere per mantenere la propria organizzazione snella. Al contempo, è una figura essenziale proprio sotto l’aspetto organizzativo e strategico, per costituire la cultura e i valori aziendali.
La mia unicità sta quindi nella capacità di creare un ambiente lavorativo sano e sereno attraverso una people strategy che punta a rendere le persone affidabili, creando un clima positivo che si trasforma in un vantaggio per il business.
Quali sono gli aspetti più importanti della sua professione?
Dopo aver conosciuto l’azienda, i valori e la cultura che vuole diffondere, gli aspetti più importanti del mio ruolo sono l’ascolto e la gestione delle persone. Se le persone non sono ben gestite, si crea un collo di bottiglia che rallenta il lavoro e lo rende meno efficiente. Da questo punto di vista, è importante curare la comunicazione e questo è possibile solo attraverso la diffusione della cultura aziendale. Inoltre direi che come persona e professionista mi contraddistingue la curiosità, che mi ha sempre proiettata a migliorarmi e a non dare tutto per scontato, dirigendomi verso la conoscenza continua e apprendendo dai migliori formatori coach del mercato (molta con HRD). La mia crescita personale è stata fondamentale per quella professionale. Ciò mi ha permesso di essere innovativa nella mia azienda e portare conoscenza all’interno del team per migliorarci ed essere unici nel mercato di riferimento. Ho creato un team di 170 persone entusiaste e felici di lavorare con una cultura aziendale del rispetto al lavoro dove tutti si sentono gratificati.
Riguardo alla comunicazione, quali canali e strumenti predilige?
Sono una persona piuttosto riservata quindi mi piace quando sono gli altri, amici o altri professionisti con cui ho lavorato, a promuovere la mia professionalità.
Comunque ho un sito web perché oggi è impensabile per una professionista non presentarsi sul web, in primis. Uso i social network, per i quali mi sto facendo affiancare da un social media manager. Poi partecipo a convegni, sono membro di un network di professionisti e faccio attività associativa.
Ha mai pensato di scrivere un libro sul suo metodo di gestione delle Risorse Umane?
È un’idea che mi gratificherebbe molto, certamente mi piacerebbe. Fare la direttrice delle risorse umane, farlo bene, non è facile. È importante usare le proprie soft skills, fare leva su quelle dei collaboratori e usare l’empatia, perché si ha a che fare con le persone. Questo è indispensabile per raggiungere il benessere aziendale.