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Gessica Riva e il suo miele: «Con il brand “Mamma Ape” diffondo la cultura delle api»

di Jessica Vengust
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Imprenditrice friulana – piena di energia, carisma ed entusiasmo – Gessica crede molto nel potere evocativo ed emozionale che possono regalare le api. «Mi piacerebbe riuscire a sviluppare un canale e-commerce per far conoscere i miei prodotti e raccontarne la produzione».

 

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Quando vendo il miele, vendo un pezzo della mia anima.

 

Gessica Riva è mamma, imprenditrice e apicultrice. È una donna forte, piena di energia, carisma ed entusiasmo che crede fortemente nel potenziale del territorio e della natura. Conosco Gessica per caso durante un corso di formazione sulla digitalizzazione del territorio. La sua vitalità e la sua simpatia (per fortuna) fanno fatica a nascondersi.

Gessica vive a Bagnaria Arsa un piccolo paese di circa 4.000 abitanti in provincia di Udine, nel cuore del Friuli. È qui che, immersa nella natura, ha fatto crescere negli anni la sua passione: lavorare con le api. «Non c’è stato un momento preciso in cui ho deciso che le api sarebbero diventate il mio futuro: sono loro che hanno scelto me. Quando vado in apiario, parlo con loro e loro fanno lo stesso con me. È un rapporto che non so spiegare, non potrei più farne a meno. Siamo legate reciprocamente».

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Mamma Ape, questo il nome dell’eroica impresa di Gessica, nasce nel 2011 dopo aver frequentato un corso di apicoltura presso l’Istituto Agrario di Gradisca d’Isonzo (Gorizia). «Il corso era focalizzato sull’apicoltura biodinamica e la sensorialità del miele. Ero già alla seconda gravidanza (oggi ha 3 figli, ndr) e non mi sentivo più coinvolta nel mondo dei fiori».

Dai fiori al miele

Gessica è figlia di due fiorai, ha da sempre un forte rapporto con l’ambiente e il territorio. «La mia è una piccolissima azienda che vorrei vedere crescere per poter lasciare qualcosa di concreto e vero ai miei figli. Purtroppo in questo in Friuli siamo ancora molto indietro, l’imprenditoria territoriale ha un’impronta prettamente maschile, c’è molto sessismo e chiusura mentale. Ho tante idee che mi piacerebbe concretizzare. Cerco di fare rete, partecipo ai mercatini con i miei mieli e puntualmente trovo un blocco».

«Mi rendo conto che il miele possa essere un prodotto specifico, non ancora molto conosciuto e poco pubblicizzato, ma non voglio denaturalizzare la mia visione filosofica dell’apicoltura per rendere il prodotto più accessibile. Perché dovrei farlo? Sarò sincera: non mi interessa campare grazie all’ingrosso, preferisco avere dei guadagni limitati ma mantenere il mio prodotto etico. Mi sento molto legata alla sincerità del mio prodotto: quando vendo il miele, vendo un pezzo della mia anima, succedeva lo stesso con i fiori».

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Una famosa frase del filosofo francese Michel Onfray dice:

Ogni ape porta in sé il meccanismo dell’universo: ognuna riassume il segreto del mondo.

E forse è proprio questo ciò che intende dire Gessica quando parla del futuro di Mamma Ape. «È da parecchio tempo che sto cercando di proporre a diverse realtà locali l’installazione di una casetta di apiterapia. Nella vicina Slovenia ce ne sono tante, si tratta di piccole strutture in legno dove le persone (turisti e non) possono godere di trattamenti per il benessere psicofisico grazie ai prodotti delle api. È un sogno che ho da un bel po’ di tempo. Credo molto nel potere evocativo ed emozionale che possono regalare le api con i loro prodotti. Dovremmo cavalcare l’onda adesso, che siamo all’inizio di un business che si espanderà nei prossimi anni. Ho in mente tante iniziative che vorrei attuare, ma mi manca il supporto da parte delle realtà territoriali. Purtroppo l’autenticità in certi contesti viene ancora schiacciata dalla praticità dell’acquisto. Quando vado ai mercati e organizzo delle giornate di degustazione, mi rendo conto che c’è ancora pochissima conoscenza del mondo delle api e del loro potenziale». 

E allora come far crescere il brand di Mamma Ape?

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«Dovrei sicuramente dedicarmi di più alla comunicazione online. Ho soltanto i canali Facebook e Instagram che però uso poco, complici gli impegni quotidiani, le incombenze e il poco tempo. Aspetto che i miei figli crescano per farmi dare una mano da loro soprattutto dal punto di vista digitale, un settore in cui non mi sento particolarmente ferrata. Mi piacerebbe riuscire a sviluppare un canale e-commerce tramite il quale far conoscere i miei prodotti e raccontarne la produzione. Magari varcando anche i confini regionali, dove la curiosità e l’interesse sono più in fermento. Mi rendo conto che, soprattutto nelle grandi città, si cercano prodotti sinceri, naturali e a “chilometro zero”: chissà che prima o poi non riesca anche io nella mia impresa».

 

Jessica Vengust

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