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Elena Zanella al servizio del fundraising: come distinguersi e fare la differenza

di Cinzia Ficco
Creando un brand personale nel settore nonprofit, Elena Zanella supporta le organizzazioni del Terzo Settore con strategie per raccogliere fondi: «Lavorare su sé stessi e sulle proprie passioni è il modo migliore per vivere felici. Lasciando anche un pizzico di sé a chi verrà dopo».

Pensava di avere chiuso con la sua attività. E invece, dopo vent’anni, ha deciso non solo di riavviarla, ma anche di metterci la faccia, nel senso letterale. Nel 2020 ha creato un marchio proprio e si è specializzata in un settore non molto conosciuto.

Parliamo di Elena Zanella, che potremmo definire senza alcuna esagerazione una pioniera della comunicazione, consulenza e formazione di tutto quello che è fundraising, nonprofit, Terzo Settore. Un mondo che lei studia da sempre e che cerca di far conoscere soprattutto ai più giovani, quelli della generazione Y e Z, utilizzando strumenti diversi, nella consapevolezza che il nonprofit sia una risorsa strategica per il Paese, soprattutto in epoca post-Covid.

«La scelta di pubblicare libri sul e per il Terzo Settore – che in Italia conta oltre 350mila organizzazioni attive, 7 milioni di volontari e oltre 800mila addetti – e la sostenibilità in genere, è una conseguenza logica. Mi occupo di questi temi da vent’anni ormai. In tutto questo tempo, ho cercato di farlo nel migliore dei modi. Tutto è partito dalla produzione accurata di contenuti fino ad arrivare alla consulenza e alla formazione. Non so se riesca a trattare questi temi in modo originale. Ma mi sforzo di farlo ogni giorno in maniera seria e raffinata, con l’obiettivo di contribuire a far crescere la cultura del (e verso il) settore nonprofit, che ancora troppo spesso viene trattato con superficialità. Mi riferisco alla comunicazione, al marketing e alla raccolta fondi, comunemente relegati a ruoli marginali e che, invece, influiscono in modo determinante sulla crescita di un ente, come in un’impresa for profit».

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Come detto, il percorso professionale di Elena – milanese nata a Rho – non inizia con il nonprofit. Riavvolgiamo il nastro della sua storia e arriviamo agli anni ‘90, quando Elena apre una casa editrice. «Un’esperienza che dura dieci anni. E che pensavo si fosse conclusa. Ma certi amori, come dice Venditti, fanno dei giri immensi e poi ritornano. La passione per la comunicazione sociale comincia a prendermi nel 2003». Dopo qualche anno, Elena viene assunta come consulente, poi diventa dirigente in ambito nonprofit.

«Ad un certo punto ho deciso di riprendere con la mia prima attività, appunto l’editoria, forte dell’esperienza acquisita, perché ho pensato che in ogni caso sapevo come fare e potevo farlo. Eccomi, dunque, a ripercorrere quei passi. Creando un mio brand (Elena Zanella editore) avrei potuto avere risultati migliori, con molta più grinta e passione».

Oggi Elena è amministratore unico dell’omonima srl. A conferma della sua competenza arriva nel 2013 il riconoscimento dell’Italian Fundraising Award, il premio dedicato ai protagonisti della raccolta fondi e alle loro storie di solidarietà e generosità. Elena però non si accontenta dei risultati raggiunti: tre anni dopo promuove il corso intensivo Startup Fundraising che nel 2019 si aggiudica il Premio Adriano Olivetti, istituito dall’Associazione Italiana Formatori, di cui lei è formatore professionista. Nel 2018 fonda la Fundraising Academy per l’alta formazione nella raccolta fondi.

Il lavoro sul brand? È iniziato quasi per gioco nel 2010, con l’apertura del suo Nonprofit Blog. A quei tempi era anche la Zanzarella su Vita.it. «Da allora, è stato un crescendo. La cosa più difficile rispetto alla creazione di contenuti è mantenere vivo un piano editoriale coinvolgente: il tema è circoscritto, in fondo. Così, trovare argomenti di interesse e che siano utili non è affatto facile. Per fortuna, mi avvalgo della collaborazione di tante persone, in particolare dei docenti della Fundraising Academy, che hanno la loro specializzazione e mi aiutano a mantenere alto il profilo del blog».

Elena utilizza tutti i social network, da Facebook a Telegram. «Professionalmente, Facebook e LinkedIn sono quelli che preferisco. Vorrei migliorare la presenza su YouTube, ma sui contenuti visivi non c’è stata ancora la dovuta attenzione. Miglioreremo».

In quanti siete? «La mia casa editrice è giovane: siamo in tre, al momento. Un editor che cura la relazione con gli autori, un grafico editoriale e io. Nella Fundraising Academy sono impegnati attualmente venti docenti. Nell’attività di consulenza, ruotano sei persone a seconda dell’attività da svolgere».

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Photo: iStock.com/pixelliebe

Elena Zanella: «Nel fundraising il donatore è al centro»

Negli anni, Elena ha contribuito alla startup di diverse organizzazioni, vari dipartimenti di raccolta fondi all’interno di organizzazioni già costituite. «Nei miei percorsi ho incrociato e lavorato con enti diversi. Piccoli, medi, grandi, microscopici, tutti accomunati da una caratteristica: non avere al proprio interno un’unità che si occupasse di raccolta fondi o di averla poco o nient’affatto strutturata. Il mio business d’impresa sta nell’affiancare queste organizzazioni nei propri percorsi di crescita fino al cambiamento atteso. Questo cambiamento coincide con la conclusione del mio mandato, molte volte».

Il fundraising, ammette Elena, è un settore in cui c’è molto da studiare. Sbagliando, si pensa che sia centrale il dono, anziché il donatore. «Non si capisce che i soldi da raccogliere sono l’ultimo dei problemi e la buona causa da sola non è sufficiente, se nessuno la conosce. Non solo. Mi è capitato di sentire i termini fundraising e crowdfunding sovrapposti. Ma c’è differenza. Il secondo, ossia la raccolta fondi dal basso – la colletta, per intenderci – è una delle leve del fundraising. Le piattaforme di crowdfunding sono canali e strumenti attraverso cui questa raccolta fondi si realizza. Il fundraising, diversamente, è l’approccio strategico al dono, elaborato da creativi inquieti, sotto il quale ci sono leve, canali e strumenti».

elena-zanella-fundraisingChe progetti ha? «A novembre uscirà il terzo libro della mia sigla editoriale, Elena Zanella editore. A dicembre o all’inizio del prossimo anno, il quarto. Il quinto sarà pubblicato in primavera. Il titolo è prematuro, ma posso già dire che i prossimi tre volumi sono totalmente nuovi nel panorama trattato e fortemente attuali. Vorrei che gli autori si sforzassero di produrre contenuti originali, sia per qualità sia per stile rispetto a quanto già presente sul mercato. Sul Terzo Settore abbiamo una forte esperienza e su questa vale la pena giocare e competere per fare la differenza. La mia è una piccola sigla editoriale, ma con un brand riconoscibile. Penso di diversificare i titoli, ma il focus è ben definito, ossia contenuti per il sociale. Poi, chissà. Mi piace innovare e sono aperta alle nuove opportunità. Invito, dunque, chi abbia qualcosa da dire o culli il sogno di pubblicare un libro a propormi un’idea. Sono aperta, insieme con il mio staff, a valutare nuovi progetti editoriali, senza impegno, ma con molta attenzione e cura».

Un consiglio a chi voglia seguire la sua strada? «Di avere perseveranza e tenacia. Lavorare su sé stessi e sulle proprie passioni, distinguersi, sono il modo migliore che conosca per vivere felici la propria vita, lasciando anche un pizzico di sé a chi verrà dopo».

 

Cinzia Ficco

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