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«A’ pummarola è femmena»: parola di Diana Attianese, creatrice verace di “Italianavera”

di Valentina Tafuri
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Diana Attianese è la mente e l’anima di un’azienda conserviera che declina in maniera del tutto originale un prodotto della tradizione culinaria campana e italiana: il pomodoro. Diana è la creatrice del brand e per questo “ci mette la faccia”, comunicando in prima persona la propria passione per un mondo al quale appartiene per tradizione familiare.

 

Italianavera è la mia azienda, fondata nel 2014 autonomamente anche se vengo da una famiglia di lunga esperienza nel mondo conserviero. Mio nonno era un produttore e mio padre lo è tutt’ora. Ho voluto differenziarmi creando un’azienda artigianale che valorizzasse il prodotto a chilometri zero: pomodori Corbarini, Ciliegini, San Marzano e altre tipologie tipiche del territorio campano.

 

Diana, come nasce il brand?

Andando all’estero, mi sono accorta che molto di quello che c’era sul mercato non era autenticamente italiano. Intendo soprattutto che non rispondeva al gusto italiano classico dei nostri sughi. Per questo ho deciso di creare dei prodotti che avessero l’autenticità delle conserve classiche della nonna ma con un packaging ricercato, trendy.

Per questo è lei, in prima persona, a comunicare come “Italiana vera”…

L’idea di essere protagonista del brand deriva dal fatto che il brand racconta anche un po’ la mia storia, quella di una bambina cresciuta tra i pomodori. Da piccola ero spesso nello stabilimento con mio padre o nei campi ad osservare le donne che raccoglievano i pomodori, che facevano la cernita: a loro facevo domande e a loro devo tutto quello che conosco di questo settore, in cui le donne sono sempre state protagoniste.

E poi, come lei dice, “A’ pummarola è femmena”

È una mia frase nata in maniera spontanea. In dialetto napoletano il pomodoro diventa “a’ pummarola” e quindi è al femminile, come la donna, regina del mondo conserviero.

Quali canali di comunicazione usa?

Uso tutti i social network ma in maniera diversa. Facebook è rivolto soprattutto al B2C con ricette nostre e ripostando anche quelle dei consumatori. Anche Instagram si presta a questo tipo di pubblico ma lo uso anche per la comunicazione B2B in quanto, come azienda conserviera, abbiamo un approccio mutuato dal fashion. Ad esempio, usiamo molto gli strumenti di visual merchandising e i social come Facebook e Instagram servono anche per ispirare i punti vendita per l’esposizione del prodotto. Sul mio profilo personale Instagram poi racconto aspetti della mia vita legati sempre al lavoro e alla passione che muove le mie scelte.

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LinkedIn invece lo utilizzo soprattutto per promuovere il brand in ambito B2B, per far crescere la brand awareness e promuovere la mia persona in quanto imprenditrice in un settore che è molto maschile.

Apparire in prima persona nella comunicazione del suo brand la sta ripagando?

Ci sono i pro e i contro. Comunque direi che mettermi in gioco ne sta valendo la pena. Gli addetti ai lavori conoscono il mio know-how, sanno come lavoro, che ho costruito nel tempo rapporti con i contadini che ormai sanno che per me è fondamentale la qualità, che sono attenta ad ogni dettaglio, dal packaging all’accuratezza nell’ambito della logistica. I miei follower riconoscono la mia passione e l’impegno che spendo nel mio lavoro, questo traspare.

Quale altra forma di comunicazione vorrebbe attuare?

Vorrei creare un sistema alternativo di comunicazione video con i clienti, per dare loro “istruzioni” d’uso per valorizzare il prodotto al meglio: mi riferisco sia al B2C che al B2B. Avevo iniziato durante il primo lockdown, ma poi ho dovuto rimandare per il poco tempo disponibile.

Ha mai pensato di servirsi di ufficio stampa?

C’è stata un’esperienza qualche anno fa, ma forse i tempi non erano ancora maturi ed il brand non era ancora pronto. Il pomodoro è una commodity ma lo presentiamo con una veste originale e Pop, rivolgendoci ad un pubblico che ama avere il bello, oltre che il buono, in dispensa. Per questo creiamo delle edizioni limitate, come quella con etichetta tartan di questo Natale e credo che questo vada reso noto. Il mio sogno è di arrivare sulle pagine di Vogue con il mio progetto conserviero in veste fashion. Sono aperta a questa come ad altre possibilità e sicuramente nel prossimo futuro esploreremo nuove forme di comunicazione. Intanto la partecipazione alla fiera TuttoFood è stata molto importante per incontrare i miei clienti: anche con loro ho un rapporto molto personale.

 

Valentina Tafuri

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