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Davide Terranova, il medico-divulgatore che ha reso pop la cardiologia

di Cinzia Ficco
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Oltre a un grande seguito sui social (il suo canale YouTube ha 25mila iscritti e circa 300 video caricati), ha creato un’Academy con webinar e corsi online sui temi della nutrizione, della nutraceutica cardiovascolare e della cardiologia metabolica. Da dieci anni Davide Terranova ha ampliato la sua professione iniziando un viaggio fra i meandri dei luoghi comuni: con lo “Spettacolo del cuore”, il cardiologo veneto sradica false informazioni, girando l’Italia e svelando i misteri dell’organo vitale più importante. «Dopo la pandemia – afferma – abbiamo scoperto quanto sia importante una comunicazione scientifica chiara, diretta, che eviti cortocircuiti».

 

Un palcoscenico, un pannello di cinque metri per dieci e un cuore come non l’avete mai né visto, né sentito.

È lo “Spettacolo del cuore”, l’idea che circa dieci anni fa ha avuto Davide Terranova, un medico veneto, per far conoscere meglio non solo l’ attività del prezioso muscolo – capace di compiere quattro miliardi di battiti in una vita media – ma soprattutto le sue fragilità, e quindi i sistemi più efficaci per prendersene cura.

Primo in Italia, il professionista, che oltre ad essere un cardiologo, è un divulgatore scientifico, ha reso pop la cardiologia.

Portare in scena un muscolo gigante

Ma perché uno spettacolo sul cuore? «Il numero delle malattie del cuore e del cervello aumentano ogni anno. Occorre fare prevenzione. Non ho molto tempo per spiegare ai miei pazienti che, per esempio, una parodontite può avere ripercussioni sul cuore o che basta tenere sotto controllo la pressione in caso di lievi insufficienze mitraliche o aortiche o quali sono i primi interventi in caso di infarto. Così ho pensato di portare in scena proprio il cuore, in dimensioni eccezionali. Sul palco non ci sono solo io che costruisco la storia del nostro cuore sin dal primo battito, ne descrivo la morfologia e smonto una serie di false informazioni, ma anche un gruppo di amici che mimano un pronto intervento in caso di aneurisma aortico. Di trasmissioni scientifiche o di media specializzati in medicina, che si occupino di malattie cardiache, ce ne sono tanti, è vero, ma la novità del nostro evento itinerante sta nel fatto che uno spettatore – non solo l’anziano cardiopatico, ma anche i ragazzi, oltre a colleghi – hanno la sensazione di entrare in questo muscolo e partecipare alla sua vita, con immagini davvero impressionanti, soprattutto perché giganti. Si può osservare in ogni dettaglio quello che succede, per esempio, in caso di infarto, quando un’arteria si ostruisce per colpa del colesterolo. È come se si fosse davanti a un videogioco con rumori amplificati. Di sicuro, c’è una maggiore sensibilizzazione».

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Il format è modulabile, a seconda dell’età e della preparazione del pubblico. E prevede interazioni tra il cardiologo e gli spettatori.

«Sono le relazioni e le parole che spesso fanno guarire. Ma gli scambi sono terapeutici anche per noi professionisti. Spesso mi chiedo: a cosa servirà fare una relazione, esprimere un concetto in pubblico, fare un post, scrivere un articolo? È espressione vera della mia anima – e lo penso veramente – oppure una manifestazione del mio ego? La risposta, come sempre, proviene dai riscontri che si hanno. E per fortuna arrivano. Le racconto un episodio, avvenuto nell’agosto del 2012. Ero in vacanza con la mia famiglia in una località montana che adoro: Asiago. Come spesso avviene, la vacanza in quel posto è per me non fare nulla. Leggere un libro se ne ho voglia, guardare semplicemente il bosco, meditare, ma nessun dovere. Potrei dire che, in quei momenti, applico alla perfezione quello che, per Eckart Tolle, è il potere di adesso. Vivo attimo per attimo, senza programmare, appunto, nulla. Vivo il presente».

Così è nata l’idea dello spettacolo del cuore

«Seduto nella hall dell’albergo, sapendo che ero un medico e un cardiologo, un gruppo di giovani dall’età media di 80 anni mi chiese se la sera avrei potuto parlare del cuore. Avendo a disposizione il mio immancabile quinto arto, cioè, il mio computer portatile, e avendo delle bellissime animazioni nell’hard disk, acconsentii con piacere. Iniziammo la serata e a seguirmi c’era una decina di persone. Alla fine, dopo circa un’ora, la sala del bar, dove mi ero posizionato con uno schermo provvisorio, si era riempita ed erano presenti quasi tutti gli ospiti dell’albergo. Finita la serata io e mio nipote Giulio, che è un esperto videomaker, ci domandammo, visto il successo, se non fosse il caso di replicare, in altri posti, magari più in grande, utilizzando le tecniche dello spettacolo, con proiezioni cinematografiche. Io avrei dovuto narrare le immagini e coinvolgere il pubblico. Insomma, uno spettacolo vero e proprio, il cui protagonista sarebbe stato sempre il cuore. Quella sera, nella hall di quell’albergo, nacque l’idea dello Spettacolo del Cuore. Oggi siamo arrivati alla 67esima replica, con 60mila spettatori raggiunti. Ho incontrato migliaia di persone, calcando come un cantante in tour decine di teatri bellissimi, nelle città di tutta Italia. Ho visitato luoghi e assaporato emozioni che non so descrivervi. Anche in piazze all’aperto».

Quell’emozione che ha “salvato” una vita

«E la domanda sul senso dello spettacolo, per un po’ di tempo non mi ha abbandonato, fin quando una sera, non ricordo dove, al termine della rappresentazione, come è mia abitudine, incontrai le persone che mi volevano salutare o esprimere un parere e chiedere un rapido consiglio. Dopo decine di saluti, mentre stavo per risalire verso i camerini, una donna, una giovanissima donna, con un bambino, che già muoveva i primi barcollanti passi, mi chiamò forte, ma educatamente, tanto che mi voltai, e disse: “Complimenti per lo spettacolo”. “Grazie, lei è gentile”, risposi. “Complimenti anche per un’altra cosa”. “Cosa?”, domandai. E lei disse: “Grazie per avermi dato la possibilità di far nascere lui, Matteo, che ora ha 6 anni e si trova qui anche grazie a lei”. “Mio Dio”, esclamai, “in che senso scusi?”. La ragazza mi spiegò che, per una serie di ragioni, sapendo che era incinta, aveva deciso di abortire. Ma, casualmente, aveva assistito a uno dei miei spettacoli. Dovete sapere che una delle scene iniziali dello Spettacolo del Cuore, è rappresentata da un bellissimo filmato che mostra come, dopo solo 21 giorni di gestazione, inizia il primo battito cardiaco. Sì, il Cuore inizia la sua vita dopo 21 giorni dal concepimento. Durante lo spettacolo facciamo sentire, attraverso un’amplificazione di 1.200 watt, il battito fetale reale, come segno tangibile dell’esistenza del Cuore in un embrione di neanche un millimetro. La scena, come tutto lo spettacolo, suscita un’emozione, mista a stupore, davvero notevole. “Vedendo quella scena”, disse la giovane donna, “ho deciso, anzi ho sentito, che non dovevo più abortire, che mio figlio doveva nascere. Ed è nato, eccolo qui, oggi ha 6 anni”. Non potete immaginare cosa abbia provato in quel momento».

Ma lo spettacolo, come si è detto, non è solo emozione, grazie alla musica e agli attori, e agli effetti speciali. «È il tentativo di smontare alcune false credenze: sul palco affermo infatti che il cuore non si trova a sinistra, ma al centro protetto dalla gabbia toracica, che non si “arresta” con l’infarto, che l’infarto cardiaco non è una malattia del cuore, che il colesterolo “cattivo” non esiste, che il cuore può rinascere, che la morte improvvisa a volte si può evitare. E persino che al cuore si può pure comandare».

 

 

Dallo Spettacolo del Cuore, un paio di mesi fa l’editore Tecniche Nuove ha prodotto un libro e un documentario di 52 minuti. «In futuro mi piacerebbe che altre città ospitassero il nostro tour. Bello sarebbe anche se qualche tv nazionale lo mandasse in onda. Io non sono solo un divulgatore scientifico, ma anche e soprattutto un medico, che sa cosa vogliono sentirsi dire i pazienti e quali le problematiche da trattare. La scienza va democratizzata. Dopo la pandemia, abbiamo scoperto quanto importante sia una comunicazione scientifica chiara, diretta, che eviti cortocircuiti».

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Ogni ora sette persone hanno un infarto

Il suo spettacolo sarebbe utile forse per avere un’adesione maggiore alla vaccinazione antiCovid. «Certo, ma in questo momento è su un’altra emergenza che vorrei concentrarmi: le malattie che conosco meglio – le cardio-cerebrali – e che ogni anno causano oltre 350mila morti solo in Italia. Una vera emergenza, se pensiamo anche che ogni ora sette persone hanno un infarto. Non si può perdere altro tempo. Bisogna intervenire con progetti finalizzati alla prevenzione, soprattutto nelle scuole. Far comprendere ai ragazzi quanto male faccia il fumo. E il nostro spettacolo, in cui offriamo anche consigli pratici, penso sia un presidio in questo senso».

“La compagnia” guidata dal cardiologo – costituita da trenta rianimatori – è rimasta ferma per la pandemia. Ora si prepara a nuovi spettacoli e fa sapere che è disposta a donare altri defibrillatori, oltre ai diciotto già regalati, che hanno permesso di salvare tre persone.

300 video su YouTube

Davide-Terranova-cardiologo-okSeguito su Facebook da circa 50mila follower e su YouTube da oltre 26mila iscritti (con 300 video caricati!), Davide Terranova ha creato una Academy per erogare webinar e corsi online sui temi della nutrizione, della nutraceutica cardiovascolare e della cardiologia metabolica. È fondatore dell’Associazione Regionale Cardiologi Ambulatoriali del Veneto, membro della Società Italiana di Cardiologia, della Società Italiana di Aterosclerosi, della Società Italiana di Nutrizione Umana e della Società Italiana di Ecocardiografia.

Insegna presso CNM Italia, sede italiana di CNM UK, The College of Naturopathic & Complementary Medicine, ed è autore dei saggi “Lo spettacolo del cuore” (2021) e “Nutri il tuo Cuore” (2017), ma anche del progetto di divulgazione scientifica “Cardio Chef”.

 

Cinzia Ficco

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