Nel vocabolario della moda, il fiore all’occhiello si chiama boutonnière. Quello ideato da Antoinette è un fiore che viene indossato quando si vuole fare la differenza. Perché, come lei stessa afferma, l’essere semplicemente notati non è fondamentale: «L’importante è essere ricordati».
Tra gli indossatori di My Boutonnière ci sono personaggi del calibro di Michael Bublé, Tom Hanks e Sixx King. Innamorati del fiore realizzato a mano da sarte toscane, prodotto con tessuti pregiati o riciclati, e confezionato in una scatola preziosa, coordinata in collezioni per stili diversi. Da subito immaginato come prodotto per distinguersi dalla massa, il fashion brand My Boutonnière ha reso il brand personale di Antoinette unico e inimitabile. Un vero colpo di genio, tutto made in Italy.
Sebbene sia nata in Australia da genitori pugliesi, Antoinette Petruccelli si sente profondamente italiana. Dopo anni di esperienza da buyer nel continente oceanico («la moda è da sempre la mia passione»), si trasferisce nel nostro Paese per mantenere forte il contatto con la storia, la cultura, le tradizioni. Di fatto con le proprie radici.
«L’Italia è un paese straordinario. Bellezza, creatività, empatia, passione: questo è il personal brand di noi italiani che ci contraddistingue nel mondo. Dobbiamo continuare a crederci, a supportare la nostra capacità di fare impresa creando sinergie e collaborazioni fra di noi. I grandi devono aiutare i piccoli, gli artigiani e le piccole aziende. Perché il made in Italy non è solo, design e qualità: è anche lifestyle… Un profondo senso di benessere».
Analizzando il suo background, oltre all’Italia e all’Australia, emergono luoghi come il Giappone e gli Stati Unit, esperienze con eccellenze del fashion come Anne Fogarty, competenze nella conoscenza dei tessuti, delle ricerche storiche, della formazione del personale. A distinguerla, c’è la sua particolare abilità a focalizzarsi sulle singole persone, a ricavare quella particolarità che contraddistingue ogni essere umano.
«Nel 2015 mi trovavo negli Usa, impegnata in una consulenza per un Heritage brand newyorkese. Vengo in Italia per selezionare le migliori stoffe pregiate e iniziare a lavorare sui campioni. Ma quando tutto sembra pronto a partire, i proprietari del marchio si tirano indietro. A quel punto mi ritrovo la casa piena di tessuti e decido che sono troppo belli e di valore per essere buttati. Inizio quindi a cucire dei fiori: non avevo mai cucito in vita mia, eccetto qualche orlo. Piano piano ho iniziato a girare la stoffa mettendo i punti ed ecco, sbocciavano dei fiori… Erano pezzi unici colorati. Che fare? Essendo in un periodo difficile della mia vita, sento che la cosa giusta da fare è regalare questi fiori ai miei amici uomini. Volevo colpire i sentimenti, suscitare un’emozione. Desideravo che un uomo, indossando My Boutonnière, potesse mettersi in contatto con la sua sensibilità. Ecco, volevo colpire il suo cuore. È stato un azzardo? Assolutamente no! Ho saputo trasformare in opportunità una battuta d’arresto, fondando My Boutonnière, l’atelier che realizza a mano fiori di stoffa da portare all’occhiello».
I risultati sono notevoli, le reazioni entusiastiche convincono Antoinette a impegnarsi sul serio. Lascia gli States per rientrare in Italia, prende contatto con le migliori seterie comasche, crea un network di sarte locali e inizia a produrre fiori per gli appassionati. Ma anche per alberghi di lusso che vogliono dare un segno di distinzione in più al personale, oppure fare un regalo speciale ai propri ospiti più affezionati, il ricordo di un soggiorno da sogno.
Il mio sogno? Aiutare le persone a prendere nuova energia da scampoli di vita dimenticati
«Oggi la mia specializzazione è creare fiori da cravatte e foulard preziosi, da un oggetto dimenticato che così prende nuova vita! C’è una parte di me in ogni fiore, è il mio impegno nel diffondere il bello nel mondo. Mi emoziono ogni volta che penso al senso del lavoro che svolgo: i miei fiori all’occhiello portano gioia, testimoniano una gentilezza d’animo e il desiderio di distinguersi in modo armonioso, positivo».
Con il fashion brand My Boutonnière, Antoinette realizza, in tempo di riaperture post-pandemia, un accessorio molto chic ed elegante: la mascherina per la sposa e gli invitati, in fiori di seta bianchi o colorati. «Penso che oggi più che mai dobbiamo distinguerci con il nostro stile e la nostra gentilezza. My Boutonnière suscita emozioni belle: fierezza, confidenza, allegria, fiducia, curiosità. Ti fa anche capire che chi indossa MYB è una persona che tiene molto ai dettagli… Quindi, una persona meticolosa non solo nel vestire, ma anche nel suo lavoro. Sappiamo bene che il modo in cui ci presentiamo racconta molto di come siamo veramente».
Secondo Antoinette, questo oggetto così particolare diventa un “talking point”, un modo per connettersi con chi ci sta intorno. «Le Boutonnière incuriosiscono – spiega – sono un modo per fare networking specie per le persone più timide. È incredibile, non si può evitare: il colpo d’occhio va sul fiore. Ogni giorno lo vediamo nelle foto di gruppi aziendali, durante i congressi, le conferenze. Tutti lo notano, la persona che indossa My Boutonnière si posiziona subito al centro dell’attenzione. Alcuni miei clienti sono CEO di grande aziende e mi chiedono di creare MYB proprio per il personale. Con un oggetto particolare, agenzie immobiliari, studi di professionisti, alberghi di lusso si distinguono immediatamente dagli altri».
A volte capita che non ci venga in mente il nome di una persona. Ci ricordiamo però di lei o di lui grazie agli occhiali che portava o alle scarpe che indossava. My Boutonnière può essere dunque un accessorio che distingue, che fa parte del nostro personal branding?
«Assolutamente sì. MyB è passione, passione per il bello, per la qualità, per la sostenibilità, per il modo di essere. A volte ho delle richieste da clienti che mi portano una cravatta vecchia di un parente o indossata durante un evento importante del passato. Il mio compito è trasformarlo e far sbocciare un nuovo accessorio: pronto per essere indossato in modo nuovo. Sempre però legato a un’emozione».
A proposito di brand, grazie al lavoro con Stand Out Antoinette ha preso consapevolezza di molti aspetti particolari del suo brand. «Gianluca Lo Stimolo e il suo team hanno tirato fuori alcune parti di me che già conoscevo, mi hanno fatto ragionare e capire i veri punti di forza. Grazie al valore di questo lavoro sul mio brand personale, oggi il mio business si sta trasformando con forza e vigore. Posso dire che io sono il brand My Boutonnière, non temo concorrenza su questo. Ogni MYB ha un pezzo di me, è molto di più di un fiore di stoffa. Ascoltare le esperienze dei clienti è la cosa che mi da più soddisfazioni, qualcuno mi ha anche scritto delle poesie… Senza dimenticare i personaggi importanti che indossano My Boutonnière: penso a Michael Bublé, Tom Hanks e Sixx King».
Lo sguardo finale è dedicato alle modalità di comunicazione. «Comunicare con i clienti è fondamentale. Il mio obiettivo è trasmettere emozioni e tramite i social network ho imparato e mettere la mia faccia. Certo, quella dev’essere una vetrina, non può diventare l’unico veicolo per fare business: nel mio caso il sito web, con la sezione e-commerce, è un buon traino per concludere vendite. Le strategie di marketing però sono cambiate rispetto al passato, non basta affidarsi soltanto all’ufficio stampa e agli eventi fieristici, canali che restano comunque importanti. Con la trasformazione digitale in atto, dobbiamo spingere sul brand personale: essere noi stessi, in prima persona e con i nostri valori, a veicolare i prodotti e i servizi. Ho fatto mia la famosa frase della scrittrice Maya Angelou. Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto e ciò che hai fatto. Ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire».