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Anna Cannavacciuolo: «La brand identity aziendale non può prescindere da quella personale»

di Valentina Tafuri
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Passione, Professionalità, Partecipazione, sono le 3P del marketing personale di Anna Cannavacciuolo, che dirige il porto turistico Marina d’Arechi di Salerno. Per lei il mare è una passione che ha trasformato in lavoro: per svolgerlo con professionalità, ha studiato e faticato assumendo un ruolo dirigenziale in un contesto di solito prevalentemente maschile. Sostenendo la partecipazione delle donne in ruoli manageriali, Anna nella sua attività lavorativa si è circondata di uno staff dove le quote rosa sono predominanti. Ma per meriti, non per alimentare un gender gap al contrario.

 

Stiamo lavorando a un libro che racconti Marina d’Arechi: sarà una storia visionaria, fatta di grandi passioni e forti emozioni.

 

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Oltre che Marina Manager del porto turistico Marina d’Arechi di Salerno, Anna Cannavacciuolo è stata anche la prima donna in Italia a conseguire la qualifica di direttore del porto dal RINA. Ruolo in cui non ci si aspetta di trovare una donna. Cosa l’ha condotta a questo lavoro e a questo incarico?

La mia passione per il mare parte da lontano. Dopo gli studi in Lingue Straniere e specializzazione negli Stati Uniti, ho iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia “Carfora & Cannavacciuolo”, successivamente Carcansped, specializzata nelle attività di trasporto e spedizioni internazionali. Alla fine degli anni ’80 sono entrata nella Gallozzi Group SpA, dinamica realtà imprenditoriale italiana, che controlla oltre 25 società operative nell’ambito dello shipping internazionale, logistica, terminal portuali e porti turistici, con sedi in tutto il mondo. Nel 2009 Gallozzi Group ha avviato la meravigliosa avventura di Marina d’Arechi, alla quale ho partecipato fin dall’inizio affiancando la presidenza e, successivamente, ricoprendo il ruolo di dirigente e la funzione di Marina Manager, con responsabilità nella gestione operativa e commerciale. Ho studiato molto, applicando alla nautica da diporto tutta la mia esperienza marittima. Così sono arrivata a essere la prima donna direttore di un porto turistico certificata da RINA, un traguardo importante per me ma non solo, che spero possa aprire la strada a tante altre dopo di me.

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Quanto è importante per il suo lavoro e la sua credibilità, anche in quanto donna appunto, comunicare la propria professionalità e perché?

Il mondo del lavoro e dell’impresa in questi ultimi anni è cambiato molto velocemente. Così come la comunicazione, sempre più indirizzata verso i nuovi strumenti social e visual. La brand identity aziendale non può più prescindere da quella personale e coinvolge tutti, soprattutto chi opera a livello manageriale. Per una donna purtroppo c’è ancora oggi uno step in più da superare, che è quello di affermare la propria credibilità nel mondo del lavoro, dimostrare le proprie capacità ogni volta, continuamente. In questo senso i nuovi strumenti di comunicazione possono aiutare perché ti danno la possibilità di raccontare le tue attività in un modo immediato ed efficace.

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La sua immagine è molto professionale e veicolata soprattutto attraverso LinkedIn o usa anche altri strumenti di comunicazione personale?

Utilizzo principalmente LinkedIn perché sono fermamente convinta che il valore di un manager, ancor più se donna, vada affermato prima di tutto sul piano professionale. LinkedIn dà la possibilità di lavorare su due livelli: la propria brand identity e lo sviluppo di nuovi contatti commerciali utili per l’azienda. Il mio modo di essere mi porta a prediligere la comunicazione B2C, B2B, diretta, concreta. Utilizzo molto anche WhatsApp e le email per aggiornamenti sulle mie attività e trovo davvero utile dare il mio contributo a convegni organizzati da importanti realtà nazionali e partecipare personalmente alle principali fiere internazionali dedicate alla nautica, al turismo e all’economia del mare in genere. Sono in procinto di avviare una nuova ambiziosa attività imprenditoriale di Gallozzi Group a Montecarlo, finalizzata a posizionare il prodotto Marina d’Arechi all’interno delle coste francesi e nel mercato internazionale dei superyacht.

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Cosa significa per lei essere membro di AIDDA – Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda – dal punto di vista della crescita del proprio brand personale?

L’adesione ad AIDDA e al gruppo Minerva in ambito di Federmanager (per la valorizzazione della differenza di genere secondo metodi selettivi meritocratici – NdR), mi dà la possibilità di condividere la mia esperienza in tanti importanti consessi e di amplificare l’importanza del tocco femminile nel mondo economico e manageriale. Incontrare tante altre imprenditrici e dirigenti aziendali è un motivo di grande crescita per me e apre la strada a nuovi bellissimi progetti. L’unione fa sempre la forza, specie se puoi contribuire a recuperare alcuni gap ormai antichi, come la scarsa riconoscibilità del ruolo della donna nel mondo del lavoro. Ogni occasione d’incontro e di networking può essere preziosa, insomma.

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Quanto la forza della sua immagine, del suo brand personale, sostiene e promuove anche l’attività della Marina?

Come dicevo prima, il mondo della comunicazione oggi richiede una forte integrazione tra brand aziendale e personale. Fin dall’inizio ho cercato di dare un’impronta decisa al mio lavoro a Marina d’Arechi che fosse da esempio e stimolo per tutta la mia meravigliosa squadra, evidenziando lo spirito che anima il nostro lavoro. Il mio taglio manageriale si è sempre contraddistinto nella determinazione e focalizzazione sugli obiettivi aziendali da raggiungere, anche di grande complessità, nel tentativo di aggregare e motivare tutta la squadra, in uno spirito di condivisione dei percorsi e dei traguardi. La comunicazione pubblica delle mie attività aiuta sia nella condivisione con il team che nell’affermare il prodotto Marina d’Arechi nel mercato.

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Ha mai pensato di trasferire la sua esperienza, così singolare, agli altri, tramite un libro, ad esempio?

Questa domanda mi fa sorridere, perché mi fa pensare che lei abbia qualche informatore segreto! Proprio in queste settimane stiamo lavorando a un libro che racconterà Marina d’Arechi. La nostra è una storia visionaria, fatta di grandi passioni e forti emozioni, alla quale ho partecipato assieme a un gruppo straordinario di persone. Speriamo davvero che questo libro, che presenteremo a giugno, possa trasferirne almeno una parte!

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Proprio qualche giorno fa a Milano – a testimonianza dei suoi mille impegni – Anna Cannavacciuolo ha presentato la tappa salernitana del progetto M.A.R.E., Marine Adventure for Research & Education, a cura del Centro Velico Caprera, in collaborazione con One Ocean Foundation. Marina d’Arechi sarà infatti una delle tappe del tour che vedrà un catamarano di 45 piedi in navigazione per le coste del mar Tirreno dal 30 aprile al 23 luglio prossimo, con l’obiettivo di studiare lo stato di salute delle acque, divulgare i dati raccolti e condividere le informazioni, al fine di proteggere il nostro mare.

 

Valentina Tafuri

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