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Angela Mandato, dalle passerelle alle marmellate: «Sogno di diventare la Ferragni dei cedri»

di Cinzia Ficco
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Aveva cominciato la carriera di modella e attrice, arrivando alla finale di Miss Italia. Oggi Angela Mandato coordina l’azienda agricola di famiglia – l’Officina dei cedri – che esporta in tutto il mondo eccellenze del territorio: «Vorrei scrivere un libro per convincere i giovani a rimanere in Calabria e sviluppare nuove idee».

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«Tornare sulle passerelle? Certo, meglio su un red carpet a Venezia, accompagnata dalla mia bambina, Francesca – che nascerà a gennaio prossimo – e da mio marito Antonio. Con in mano una mega cesta dei nostri prodotti. È il mio terzo sogno».

Così si vede tra una decina d’anni, Angela Mandato, calabrese, 31 anni e una maturità scientifica. La sua è l’ennesima fantasticheria che potrebbe realizzarsi, come è successo per le altre due. La determinazione e la voglia di sfidarsi emergono dalla sua identità. Dal suo brand personale.

Proviamo a farci raccontare tutto da lei. «Dai 15 ai 21 anni ho fatto quello che ho sempre desiderato da bambina: sfilare e partecipare a concorsi di bellezza. Mi piaceva, agli inizi mi permetteva di stare sempre in giro. Era un gioco davvero divertente. Ho partecipato al concorso per la “Bella Italia” arrivando in semifinale nel 2008, a Salsomaggiore, nell’edizione in cui Miriam Leone è stata incoronata Reginetta delle Belle. Col tempo ho cominciato a capire che in quel mondo – nel quale ci sono tantissime aspiranti – devi sgomitare per farti notare, vivere senza pause, sacrificarti tanto. Sembra non si arrivi mai da nessuna parte. Per questo ho iniziato a cercare qualcosa di più serio».

«Nel 2012 arriva la proposta di mio padre: quella di aprire a Santa Maria del Cedro (Cosenza), un piccolo comune di tremila abitanti sul mare, la nostra “Officina dei Cedri“, la bottega in cui produciamo marmellate, liquori con cedri e fichi, eccellenze della tradizione calabrese. Con me ci sono mio fratello Salvatore, trentasettenne, che si occupa dell’amministrazione, e mio cugino Antonio (30 anni) che gestisce la produzione. Io, invece, coordino il confezionamento dei prodotti appena raccolti nei nostri campi, dove lavorano altre sette persone».

Ma la tua famiglia aveva esperienza in agricoltura? «Nessuna, mio padre si occupa di tutt’altro. Non c’è stata però improvvisazione, mi sono documentata. Qui ogni famiglia ha una cedriera: è una tradizione del posto e ci sono tanti concorrenti. Ci facciamo coraggio e andiamo avanti da soli, promuovendoci per ora con i social e il passaparola. I nostri punti di forza sono le ricette inedite che mia nonna ci ha regalato e la nostra creatività. Abbiamo scovato ricettari secolari su come preparare amari di cedro che ora ci richiedono anche dall’estero».

Al prezioso frutto tra breve sarà riconosciuta la Denominazione di Origine protetta. Per questo altre famiglie si sono buttate su questo prodotto. In un mese Angela, Antonio e Salvatore riescono a produrre cinquemila vasetti di fichi da 250 grammi e settemila bottiglie di liquore e amaro al cedro.

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«Il nostro cedro è quello utilizzato in Israele per la cosiddetta festa delle capanne (Sukkot). Abbiamo ottenuto il certificato di garanzia ebraico Kosher. Tra giugno e agosto molti capirabbini, provenienti da tutto il mondo, vengono a visitare i nostri campi e a scegliere il cedro perfetto – quello che si tiene nel palmo di una mano – per quella occasione».

I tre vendono i loro prodotti soprattutto online, ad enoteche, ristoratori, chef. Arrivano richieste dalla Francia e dalla Germania, c’è una ditta importatrice anche in California, a San Francisco.

«Pensiamo tra breve di ampliare l’offerta dei nostri prodotti, oltreché l’azienda. Siamo coraggiosi, cerchiamo di essere ottimisti nonostante i sacrifici, perché in Calabria gli innovatori non sono visti di buon occhio. Io sono finalmente felice e ho realizzato il mio secondo sogno».

Sembra di capire che con le passerelle non hai chiuso in modo definitivo. «Beh, sì. Sogno di sfilare a Venezia e far conoscere i miei prodotti. Sogno di realizzare anche un piccolo festival nel nostro comune, che in estate conta circa 70mila persone, e trasformarlo in un evento per attirare turisti anche dall’estero. Sogno di diventare una specie di “Ferragni dei cedri“, un’influencer. Sto studiando e stiamo pensando di arricchire il nostro sito».

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Insomma, nessuna nostalgia per il passato. «Anzi (sorride) la mia serenità sarà il giusto brand per veicolare prodotti freschi, naturali e profumati».

In attesa del suo piccolo-grande regalo, che arriverà a gennaio, la futura mamma sta già preparando confezioni da donare a Natale, che saranno tra breve sulla pagina Facebook e su Instagram. Confessa che vorrebbe raccontare in un libro la sua storia. «Servirebbe ai tanti giovani convinti che qui sia tutto uguale: vorrei rivolgermi a chi sta spopolando il nostro territorio per convincerli che anche in Calabria c’è molto spazio per nuove idee».

 

Cinzia Ficco

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